Fabrizio Oberti è nato nel 1978, Fabrizio Oberti vive e opera a Madonna dell’Olmo. Insegnante e architetto d’interni, dipinge dal 1999. Pittore impressionista che predilige il paesaggio realizzato di getto negli ultimi anni sperimenta nuove tecniche affrontando la pittura astratta e informale. Dipinge attraverso un gesto rapido che vuole cogliere gli aspetti principali di un luogo, utilizzando colori accesi. Dalla tempera prima agli olii nel 2004, scopre la pittura a spatola che non abbandona più. Le tematiche predilette sono il ciclo delle marine tropicali, delle campagne fiorite che si affacciano sul mare e dei giardini sul mare. Dal 2005 introduce in ogni opera una presenza umana che definisce omino solitario che evidenza il difficile rapporto tra uomo e natura. Inizia a dipingere su formati molto grandi e dal 2010 si avvicina all’astrattismo, realizzando una serie di opere definite Astracolorismo, una sorta di figurativismo astratto, dove il colore la fa sempre da padrone e rappresenta un mezzo per interpretare luoghi della sfera emotiva. Realizza poi una vasta serie di moduli cromatici tutti dello stesso formato dipinti a smalti industriali mescolati a silice, farina e colle viniliche, e poi si concentra sulla luce pittorica dedicandosi alle campagne di grano, gli alberi, i fari, ma anche avvicinandosi alla pittura informale bicroma molto materica, il ciclo I colori dell’inconscio. Sta svoltando verso sculture in acciaio smaltato Dinamismi statici caratterizzate da una sintesi geometrica e dalla semplificazione coloristica.
Tutto ciò portando sempre avanti la sua amata pittura di paesaggio nelle varie tematiche legate alle marine, alle fioriture, ai campi di grano, agli alberi, ai giardini ed alle più recenti sui fari marini e sulle vedute di montagne e nevicate.
“Di lirica bellezza le varie composizioni, – scrive Paolo Levi – dove ad esempio al giallo dorato di un campo e ai colori minuziosamente variegati di un albero si contrappone un cielo appena velato. L’autore gioca con sapienza sulle variabili tonali di una tavolozza delicata”.
“Un naturalismo di grande effetto – scrive Dino Marasà -arricchisce il fare artistico del maestro Fabrizio Oberti. Pittore talentuoso, riesce a riprendere il reale con fedeltà cromatica e segnica. Capace di grandi slanci romantici, lirici trasporti dell’anima, si sofferma a descrivere il particolare enfatizzando l’amplissima gamma delle senzazioni umane impadronendosi del segreto dell’ equilibrio pittorico e dell’ armonia narrativa…”
Le sue opere sono esposte in permanenza presso il centro Archiart di Madonna dell’Olmo aperto nel 2002 che diventerà poi nel 2008, il centro culturale, di cui è attualmente direttore e dove trovano spazio in permanenza i suoi lavori e molteplici opere di pittori, scultori, fotografi, designer…della provincia Granda. Ha partecipato a e collettive in provincia e a Trento, Taormina, Montecarlo, dove nel 2005 ha vinto il Nobel dell’Arte.
“L’amore per l’arte e per la natura come espressione del proprio essere, attraverso un percorso stilistico in continua ricerca ed evoluzione: così l’artista Fabrizio Oberti continua a sorprendere ed incantare lo spettatore, in un viaggio emozionale rinnovato ed intenso, ricco di colori e di profumi, capace di suscitare sensazioni nuove e profonde, dal sapore caldo ed avvolgente. Due diversi sentieri artistici, il paesaggistico e l’informale, procedono in parallelo, immergendo l’osservatore in ambientazioni contrapposte, accomunate da una molteplicità di tonalità cromatiche che si fondono ed intrecciano armonicamente tra loro, filo conduttore di una collezione raffinata e coinvolgente, rafforzata dall’uso innovativo di una tecnica stilistica di ultima generazione, unica nel suo genere. L’utilizzo dell’olio materico spatolato per i paesaggi e della tecnica mista materica su alluminio per le opere informali valorizza ed amplifica ogni emozione suscitata, consentendo di immergersi completamente nell’opera, grazie ad un gioco di luci, di ombre e di spessori, che rendono originale e realistica ogni singola realizzazione artistica. I colori sembrano “abbracciare” lo spettatore con un leggero tocco di armonia, risvegliando con delicatezza tutti i sensi: l’ammirazione non è soltanto più sguardo, ma profumo, sapore, sensazione tattile. Lasciarsi immergere in questo arcobaleno di emozioni diviene spontaneo e naturale, perdersi nell’oceano di colori consente di aprire la propria anima, assaporando in pienezza la meraviglia del Creato” riporta Luisa Barutta.