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Domenica 22 dicembre 2024

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Consulta regionale e coprogettazione con il pubblico, il Terzo Settore ha una nuova legge

Finalmente anche il Piemonte dopo molte altre regioni italiane recepisce la riforma nazionale datata 2017

Cuneo

La Guida - Consulta regionale e coprogettazione con il pubblico, il Terzo Settore ha una nuova legge

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato oggi, martedì 12 marzo, all’unanimità la proposta di legge 146 della consigliera del Pd Monica Canalis sulle Norme di sostegno e promozione degli enti del Terzo settore piemontese. Finalmente anche il Piemonte dopo molte altre regioni italiane recepisce la riforma nazionale datata 2017 e semplifica e abroga alcune leggi regionali precedenti. La novità principale è la Consulta regionale del Terzo settore, che fungerà da raccordo tra le diverse anime del settore dal culturale allo sportivo. Inoltre, per i bandi regionali saranno istituiti punteggi premiali per i comuni che si dedicano alla collaborazione tra Pubblica amministrazione ed neti del terzo settore attraverso coprogettazione, coprogrammazione e amministrazione condivisa.
La Consulta regionale del Terzo settore, sarà nominata dal presidente della Giunta e presieduta dall’assessore alle Politiche sociali o da un suo delegato, composta in rappresentanza di tutte le parti interessate. Il suo compito è esprimere pareri e formulare proposte alla Giunta e al Consiglio regionale in materia di Terzo settore, promuovere iniziative di sensibilizzazione e altro.
Un passo in avanti notevole, anche se in ritardo di sette anni, ribadito dalla Corte costituzionale nel 2020  che ha riconosciuto che le attività di interesse generale possono essere svolte non solo dalla Pubblica amministrazione ma anche dal Terzo settore.

L’approvazione è stato frutto di un lungo lavoro bipartisan portato avanbti dalle opposizioni con la con la maggioranza e con gli assessori Chiara Caucino e Maurizio Marrone, ma che ha portato all’approvazione unanime in un Piemonte in cui sociale e terzo settore sono una ricchezza unica. “Il Terzo settore non è un tema di parte  – ha detto la Canalis -: è una ricchezza trasversale in una regione che vanta un patrimonio storico e un alto numero di organizzazioni che si dedicano al sociale. È una rete silenziosa che tiene in piedi il Paese e che rafforza il senso di appartenenza a una comunità, contribuendo a ricucire i legami sfilacciati tra le persone. Il Terzo settore è fattore di democrazia ed è stato fin dall’Ottocento pilastro della coesione sociale in Piemonte, animato in particolare dall’ispirazione cristiana e dalla tradizione socialista”.

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