Che la donna sia sempre più protagonista nella vita sociale, nella politica come nella cultura, nell’economia e nel lavoro come nelle varie chiese e religioni è un dato di fatto a tutte le latitudini. Ma questo non significa riconoscimento di pari dignità, di eguali diritti e di rispetto. Vale per alcuni paesi a cultura islamica come l’Iran, vale per le dittature tutte marcatamente maschiliste, vale anche per le società più evolute. Dove alla parità e ai diritti riconosciuti dalle leggi non corrisponde una cultura equivalente. In occasione dell’8 marzo, sono molte a Cuneo e dintorni le iniziative per raccontare aspetti e situazioni diverse del “pianeta donna” per festeggiare ma anche per denunciare le discriminazioni.
Ne diamo conto nelle pagine di questo giornale. Tra le parole più significative e forti meritano spazio quelle pronunciate da papa Francesco in un discorso dell’11 marzo 2023 per stigmatizzare le discriminazioni esplicite e striscianti che si ripetono ogni giorno.
“Ogni persona va rispettata nella sua dignità e nei suoi diritti fondamentali – ha detto – : istruzione, lavoro, libertà di espressione, e così via. Questo vale in modo particolare per le donne, più facilmente soggette a violenze e soprusi. (…) Da tanto tempo la donna è il primo materiale di scarto. È terribile questo. Ogni persona va rispettata nei suoi diritti. Non possiamo tacere di fronte a questa piaga del nostro tempo. La donna è usata.
Sì, qui, in una città! Ti pagano di meno: beh, sei donna. Poi, guai ad andare con la pancia, perché se ti vedono incinta non ti danno il lavoro; anzi, se al lavoro ti vedono che incomincia, ti mandano a casa. È una della modalità che, oggi, nelle grandi città si usa: scartare le donne, per esempio con la maternità. È importante vedere questa realtà, è una piaga. Non lasciamo senza voce le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazione e pressioni indebite, come queste che ho detto con il lavoro.
Facciamoci voce del loro dolore e denunciamo con forza le ingiustizie a cui sono soggette, spesso in contesti che le privano di ogni possibilità di difesa e di riscatto. Ma diamo anche spazio alle loro azioni, naturalmente e potentemente sensibili e orientate alla tutela della vita in ogni stato, in ogni età e in ogni condizione. (…) La specificità insostituibile del contributo femminile al bene comune è innegabile. Lo vediamo già nella Sacra Scrittura, dove spesso sono le donne a determinare svolte importanti in momenti decisivi della storia della salvezza. Pensiamo a Sara, a Rebecca, a Giuditta, a Susanna, a Rut, per culminare con Maria e le donne che hanno seguito Gesù fin sotto la croce, dove – notiamo – degli uomini era rimasto solo Giovanni, gli altri sono andati via tutti. Le coraggiose erano lì: le donne. Nella storia della Chiesa, poi, pensiamo a figure come Caterina da Siena, Giuseppina Bakhita, Edith Stein, Teresa di Calcutta e anche le donne “della porta accanto”, che sappiamo con tanta eroicità portare avanti matrimoni difficili, figli con problemi… L’eroicità delle donne. Al di là degli stereotipi di un certo stile agiografico, sono persone impressionanti per determinazione, coraggio, fedeltà, capacità di soffrire e di trasmettere gioia, onestà, umiltà e tenacia”.