Bastano le prime righe, travolte in un gioco di parole intorno al sapere, per chiarire il territorio emotivamente “instabile” entro cui ci si sta addentrando. A far da guida è Frédéric Boyer che serve un sorprendente grappolo di riflessioni intorno all’amore, che non si adagiano nel retorico ma anzi risultano arricchite con sfumature provocanti.
Non ci si attenda alcuna deriva sdolcinata. “In amore non c’è mai sempre” è una delle prime battute che si incontra. Una frase che mette fuori gioco ogni facile slogan. Insieme prepara però il campo a molte altre osservazioni non così immediatamente assimilabili. Richiedono una pausa per essere comprese, pur tenendo presente che in origine non sono state scritte per essere necessariamente condivise avendo più l’aspetto della confessione a se stesso.
“Fatto per amare”, ammette all’inizio l’autore, ma di lì in poi tutto si fa incerto anche nell’esprimere le proprie idee come se si accavallassero in un ritmo incalzante. Vanno centellinate, non rincorse, sgarbatamente afferrandone una e lasciando quella appena trovata non perché meno importante, ma per il turbinio che affolla le righe.
L’autore non si preoccupa di avere una traccia. In fondo siamo in un territorio in cui emozioni improvvise screziano senza pietà l’orizzonte degli eventi. Si affida dunque a un flusso di pensieri che ritrovano la loro unità solo nel tema originario, l’amore.
Cita San Paolo, Shakespeare, Proust e altri ancora, sempre ricomprendendoli nel proprio monologo interiore che pone domande e ottiene poche risposte, perché il coinvolgimento è totale. Sembra talora voler sfuggire a questa “follia dal cielo”, persino essere più razionale. Poi però non può che accettare la sua inadeguatezza e fragilità di fronte all’impegno che richiede l’amore.
Non può che confessare di essersi lasciato talvolta travolgere: “ho disegnato un cerchio di luce intorno a lui. Nell’universo non vi è ormai che una sola persona”. Eppure subito dopo constata: “Ero al centro, al cuore. Sono altrove e perduto”. L’amore contempla anche il disorientamento, il dolore per un distacco, una delusione o, meglio, un’illusione, perché la sua riflessione è tutta interiore. Su nessuno ha recriminazioni.
È legittimo chiedersi di quale amore parli. Senza esplicitare nulla, l’autore ricorda, il più delle volte come un lampo, sentimenti e persone, ma da questo mondo così coinvolgente neppure esclude la disponibilità verso gli altri. Sfiora l’amore fisico, la sessualità, sempre con discrezione, consapevole che non finisce tutto lì. Anzi è la molla che riaccende il pensiero.
Tecniche dell’amore
di Frédéric Boyer
Editrice Sanpino
euro 13