Cuneo – Quando più di dieci anni fa, a luglio 2013, scrissero la prima lettera, erano circa 50 residenti del centro storico (lato Gesso) a chiedere al Comune un segno di rispetto delle loro esigenze di cittadini che si trovano a risiedere nelle vie dove si concentra la maggior parte dei locali che animano la vita notturna cittadina. Chiedevano il rispetto del limite orario, maggiore presenza della forza pubblica e sanzioni sia per gli esercenti sia per i fruitori che non rispettassero le leggi. I 50 ora sono diventati 185 e, dopo una lettera di diffida recapitata al Comune lo scorso settembre, si sono affidati all’avvocato Claudio Massa, da tempo impegnato a perorare legalmente le cause dei residenti, per ribadire la necessità di un serio intervento per la tutela della salute dei cittadini residenti. Contrada Mondovì, piazza Boves, corso Giovanni XXIII, le vie Peveragno, Ramorino, Roma, Cacciatori delle Alpi, Chiusa Pesio, Alba, Barbaroux, Fresia, Bonelli, Savigliano, San Sebastiano, Dronero, Saluzzo e Amedeo Rossi. I 185 ormai coprono un po’ tutta l’area del centro storico e chiedono attraverso il loro avvocato che l’amministrazione comunale, nel far rispettare le leggi che regolamentano l’attività degli esercenti soprattutto in orario notturno, dimostri un serio interessamento alla tutela della loro salute. E così nella lettera si legge che “è principio cardine di ogni società democratica e liberale che il diritto di ognuno finisce ove inizia quello dell’altro e i firmatari non vogliono altro che il rispetto delle regole e la considerazione da parte del Comune delle loro esigenze, che spesso hanno avuto l’impressione siano state subordinate alle ragioni degli esercenti e della loro clientela”. Nella lettera l’avvocato Massa sottolinea ancora “l’indirizzo giurisprudenziale che attribuisce ai Comuni precise responsabilità in caso di omissione di interventi finalizzati ad eludere derive nella gestione del ‘divertimento’, e nel caso di mancati interventi risolutivi, l’adozione di ogni ulteriore iniziativa che si rendesse necessaria per la tutela dei buoni diritti dei soggetti da me rappresentati” (nella foto, controlli della Polizia in materia di “movida” nel centro storico).