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Domenica 22 dicembre 2024

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Il linguaggio tridimensionale delle pietre e dei colori

Marina Falco di Borgo San Dalmazzo dopo anni di produzione naturalistica, si è dedicata a un’interpretazione neosimbolista

La Guida - Il linguaggio tridimensionale delle pietre e dei colori

Marina Falco vive e lavora a Borgo San Dalmazzo. Si è diplomata presso il Liceo Artistico Ego Bianchi di Cuneo, dedicandosi con passione all’acquerello allontanandolo sempre di più dalla tradizione e associandolo a materiali sempre più disparati. Dopo anni di produzione naturalistica, si è dedicata a un’interpretazione neosimbolista. Il soggetto predominante delle sue opere è la riproduzione di pietre di fiume, insieme ad altri inserti materiali e attraverso l’utilizzo del trompe l’oeil. Le pietre si caricano di sentimenti, memorie ed emozioni.

“Libertà di sentire ed immaginare – scrive la stessa Falco – che prende forma con colori e spessori, giochi di ombre radenti, universi in miniatura che riflettono il mio animo.  Sono una persona che non ama sfiorare ciò che le accade, mi addentro a trovarne il cuore pulsante, rischio per ciò in cui credo con passionalità.  La pittura, o meglio il desiderio di esprimermi con il linguaggio dell’arte, me lo porto dentro da piccina, è il mio compagno fedele, che mi spinge ad osservare con occhi diversi il mondo e le persone che incontro nel mio cammino. Così sono nate le tante “Personalità” colte con lo spirito di una psicologia emozionale dove l’arcaica semplicità delle pietre, da me rifatte ed esaltate nei toni, diventa soggetto che si carica di valenza umana”.
“Marina – scrive Enrico Perotto – ha scelto di confrontarsi con le pietre trattandole come soggetti privilegiati da utilizzare per imbastire fotogrammi di microstorie in formato plastico-pittorico. Le sue sono pietre che impersonano archetipi di condizioni umane particolari, legate ad atteggiamenti individuali caratterizzati da ben definite sfaccettature psicologiche. Di fronte al caos della società contemporanea, Marina sa costruire percezioni giocose e partecipative della commedia umana di tutti i giorni. I suoi lavori, che abbinano le tecniche della pittura mimetica e insieme aniconica con quella dell’assemblage in funzione onirica, svolgono un compito di purificazione dagli eccessi di concettualità o di assenza di leggerezza, tipiche di molte delle cose d’arte dei nostri giorni.
Le pietre aggettano dai piani di fondo come minisculture, avvolte talvolta da vere cordicelle che si snodano all’esterno con doppi lembi sfilacciati e frammentari e che si confondono con la sottostante texture grafica e coloristica, tendenzialmente astratta, dell’opera.
Ha partecipato a mostre personali e collettive a partire dal 1996. Le principali si sono svolte in provincia di Cuneo, a Torino, Savona, Lecce, Piacenza e Montecarlo. Nel 1998 si aggiudica a Saluzzo il Premio speciale della giuria al Premio Matteo Olivero. Nel 2004 espone nell’installazione underground all’ex macello comunale di Cuneo dal titolo Ghiacciaia. Nel 2008 collabora al testo Qualcuno ci saprà ascoltare dell’associazione MenteInPace. Svolge attività di insegnamento.
“Marina Falco – dice Maria Silvia Caffari – compie il viaggio della creazione, riforma gli effetti del tempo, ricrea le piccole pietre, legate tra loro da fili tenaci di tempo, riporta allo sguardo viziato di abitudine, incapace di sorpresa, la meraviglia di una scoperta delle venature attraverso cui i secoli portano a noi messaggi da decifrare”.

Alcuni disegni a china di Marina Falco delle valli cuneesi, saranno esposti in occasione della Fiera del Cioccolato a Borgo San Dalmazzo il 2 e il 3 marzo nei locali della fiera.

 

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