Baumgartner è un personaggio e un libro sorprendente di uno dei più grandi scrittori contemporanei. Sy Baumgartner è un professore di filosofia di 70 anni a Princeton, che è rimasto vedovo di una donna che ha amato e che ama tantissimo, Anna, poetessa. Siamo di fronte a un ritratto accattivante di un uomo che ha amato e perso e che si sta preparando per la sua ultima fase della vita, ma è un uomo per nulla noioso e per nulla scontato, si dimostra affascinante e accattivante per avere la capacità di esaminare la propria storia, da dove viene, cosa ha vissuto e dove ha vissuto.
Il libro si apre come una tragicommedia e una serie di piccoli incidenti domestici di un uomo che, non abituato, si ritrova a vivere da solo e che mentre si riprende dalla caduta e riflette su “questa giornata di infinite disavventure”, con una sequenza onirica surreale fa rivivere quel 1968, il momento a Manhattan in cui vide per la prima volta Anna, la donna che sarebbe diventata l’amore della sua vita. Ci sono tratti toccanti ovunque, pieni di tenerezza e saggezza mentre Baumgartner scava nel passato.
È un Paul Auster molto diverso alle prese con una storia ridotta ed essenziale che traccia un’unica traiettoria di vita. Differente dal suo ultimo enorme e tentacolare romanzo di formazione, “4321” del 2017 che tracciava le quattro vite di un uomo. Non ci sono espedienti narrativi che distorcono la realtà, le sue narrazioni pirotecniche postmoderne e sperimentali, ma ci sono comunque alcuni temi e leitmotiv che nella sua produzione sono costanti, eventi fortunati e incontri casuali, missioni incredibili che non vanno da nessuna parte, storie all’interno di storie. Da leggere.
Baumgartner
Paul Auster
Einaudi
17,50 euro