Borgo San Dalmazzo – Era il 15 febbraio 1944 quando 26 ebrei, rinchiusi da dicembre nell’ex caserma del Quartiere, vennero caricati su alcuni carri-merci fermi alla stazione ferroviaria di Borgo: trasportati a Fossoli e di lì ad Auschwitz, solo due sopravvissero.
A 80 anni di distanza i loro nomi sono risuonati questa mattina, davanti al Memoriale della Deportazione, scanditi dai ragazzi della scuola media “Grandis”, presenti – insieme a una rappresentanza delle scuole Saluzzo – alla cerimonia commemorativa organizzata dal Comune.
E proprio ai giovani si sono rivolti nei loro interventi gli amministratori pubblici e gli esponenti della società civile per invitarli a riflettere, ricordare, agire affinchè gli orrori del passato non si ripresentino più.
“Vogliamo ritornare a quei giorni e a quei momenti – ha detto la sindaca di Borgo Roberta Robbione -. Dobbiamo avere radici salde e profonde. I nostri ebrei sono la nostra storia, teniamo stretti nel nostro cuore i loro nomi e le loro storie e pensiamo a come possiamo agire noi oggi per costruire sentieri di pace”.
Alla manifestazione erano presenti il sindaco di Saluzzo, Mauro Calderoni, la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, i rappresentanti dei Comuni di Vernante, Sambuco e Mondovì, il segretario provinciale della Cisl Enrico Solavagione, il vicario del Questore Daniele Manganaro, il presidente provinciale dell’Anpi Paolo Allemano, il ten. colonnello Luca Ceccardi del Secondo Battaglione Alpini, il luogotenente Antonio Sollazzo comandante della stazione carabinieri di Borgo, Mauro Origlia per i Vigili del fuoco di Cuneo.
Sandro e Piera Capellaro hanno ripercorso la storia della comunità ebraica di Saluzzo e la professoressa Enrica Segre ha letto la lettera scritta dalla bisnonna Emma, rinchiusa nel campo di raccolta di Fossoli-Carpi.
Antonio Brunetti Levi, discendente di una famiglia ebrea massacrata nel campo di eliminazione di Auschwitz, ha rievocato la figura del nonno Isacco, miracolosamente scampato allo sterminio, concludendo con un appassionato appello ai giovani studenti e a tutti i presenti: “Come Adamo, che nel giardino dell’Eden risponde a Dio che lo chiama dicendo “mi sono nascosto”, anche noi, di nascondimento in nascondimento, rischiamo di smarrire noi stessi, la nostra umanità, i nostri valori. Non fatevi trovare impreparati alla domanda: dove sei? cosa hai fatto? Mai e poi mai dovrete rispondere: mi sono nascosto! Tenete gli occhi aperti, fate discernimento, distinguete il giusto dall’ingiusto, siate coraggiosi! Senza il coraggio e senza di voi, quello che è stato rischierà e sta già rischiando di ripetersi. Che il ricordo dei 26 ebrei deportati da qui sia di benedizione per tutti!”.
In occasione dell’80° anniversario della seconda deportazione sono in calendario altri appuntamenti.
Nel pomeriggio di oggi (giovedì 15 febbraio), MEMO4345, il percorso multimediale storico-didattico dedicato alla Shoah, è aperto al pubblico dalle ore 14.30 alle 18.30 per la fruizione libera e gratuita. Saranno proiettate le video-narrazioni dedicate alle famiglie Greve e Lattes, deportate proprio il 15 febbraio 1944 da Borgo San Dalmazzo. La sera, ore 20.45, presso MEMO4345, è in programma l’incontro pubblico “Vite sospese” con lo storico Carlo Spartaco Capogreco.
Sabato 17 febbraio, ore 20.45, presso l’auditorium di Borgo San Dalmazzo, la compagnia teatrale di Boves “Gli Episodi” presenta lo spettacolo “Io sono” per la regia di Elide Giordanengo. Lo spettacolo, presentato in anteprima lo scorso novembre in MEMO4345, tira le fila del nostro passato attraverso la storia di Gerard Zynger, bambino ebreo internato a Borgo San Dalmazzo, per mostrarci un presente smemorato dove gli ultimi, ancora una volta, sono resi invisibili. La partecipazione è gratuita, i biglietti sono in distribuzione presso l’Ufficio Turistico di Borgo San Dalmazzo (tel. 0171.266080).