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Domenica 22 dicembre 2024

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Pugno in faccia a un giovane, a processo per lesioni aggravate

Il fatto avvenne a Garessio nell'estate 2021, l'imputato prima si scusò e poi riferì invece di essere stato aggredito

La Guida - Pugno in faccia a un giovane, a processo per lesioni aggravate

Garessio – Non un pugno tirato a freddo sulla guancia sinistra di un ragazzo che aveva avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma un’accesa discussione fra tre ragazzi che sarebbero caduti a terra contemporaneamente con gravi conseguenze per uno dei tre. È questa la versione riferita in aula dai testi di difesa chiamati a deporre nel processo a carico di S. A., giovane garessino di origini albanesi, accusato di lesioni aggravate ai danni di un compaesano che a causa di quel pugno riportò la frattura di mandibola, zigomo e naso con danni anche all’apparato nervoso dei denti e dell’occhio, che lo obbligano – da quella sera del 24 luglio 2021 – a periodici controlli odontoiatrici e oculistici. “Era l’estate dopo il diploma di maturità e mi stavo preparando ai test di medicina – aveva riferito la parte offesa al giudice – ma da quel giorno non sono più riuscito a studiare; avevo mal di testa, emicrania e dolori che non riuscivo in alcun modo ad affievolire. Mi sono presentato lo stesso al test ma non l’ho superato e ho dovuto cambiare indirizzo di studi”.
La vittima ricordava che quella sera c’era molta gente a Garessio per la festa del miglio d’oro e che mentre attraversava la passerella sostitutiva del ponte alluvionato per andare a casa, era passato accanto a S. A. e a un altro ragazzo che stavano discutendo e di essere stato colpito con un pugno al volto: “Il compagno di mia madre incontrò il giorno dopo S. A. che gli disse che non aveva nulla contro di me, che era dispiaciuto e che mi ero trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato”.
Diversa invece la versione della fidanzata del ragazzo con cui S. A. aveva avuto la discussione quella sera; secondo quanto riferito in aula dalla giovane, i due avevano già discusso quella sera ed erano stati allontanati dai rispettivi gruppi di amici. Al centro della passerella erano rimasti lei e la vittima che parlavano dirigendosi lentamente verso il ragazzo di lei: “A un certo punto S. A. ha riattraversato la passerella verso il mio ragazzo. Forse pensando di essere ostacolato ha sferrato il pugno al mio amico che è svenuto a terra”.
Dopo le iniziali dichiarazioni di dispiacere rivolte al ragazzo e alla sua famiglia, S. A. però si rivolse all’autorità giudiziaria denunciando sia la vittima del pugno sia l’altro ragazzo, sostenendo di essere stato aggredito dai due e di aver dato il pugno nel tentativo di difendersi; la causa davanti al giudice di pace di Mondovì si è da poco conclusa con l’assoluzione dei due imputati.
In aula i testimoni della difesa hanno riferito di aver visto i tre ragazzi litigare e di averli visti tutti e tre a terra. In aula anche il padre dell’imputato ha ribadito di essersi informato più volte con il compagno della madre della vittima circa le condizioni del ragazzo, ma solo perché erano dispiaciuti di quello che gli era accaduto, non per scusarsi o per offrire un risarcimento. Il processo è stato rinviato al 16 luglio.

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