Nelle cappelle tardomedievali cuneesi si registra spesso la presenza di un santo la cui raffigurazione appare piuttosto inconsueta. Pur essendo infatti rappresentato come un appartenente all’ordine domenicano, la cui santità è quasi sempre sottolineata attraverso l’aureola, a connotare la sua figura è la sua testa colpita e spaccata in due da un falcastro, e cioè un attrezzo agricolo detto anche “falce a rovescio” utilizzato talora anche come arma. Proprio quest’arma, unita ad un pugnale talora piantato nel petto e talora sulla schiena del santo, ad essere divenuta il simbolo iconografico identificativo di san Pietro da Verona,
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