Cuneo – Sit in sotto la pioggia e con toni forti per chiedere un’azione immediata contro il degrado di corso Dante per quanto riguarda l’ex Policlinico: nella mattinata di oggi (sabato 10 febbraio) un gruppo di persone ha partecipato al presidio lanciato dal gruppo Indipendenti (opposizione in consiglio comunale a Cuneo, con il supporto di Beni Comuni e Cuneo mia) per sollecitare l’amministrazione comunale a dare risposte. A partire dalla sicurezza dei marciapiedi e degli spazi pubblici intorno all’edificio.
“La situazione così non può continuare a essere – ha ribadito Giancarlo Borelli (Indipendenti). L’altipiano ha bisogno di rigenerazione, sia degli spazi privati sia di quelli pubblici, come stazione, teatro Gil, bagni pubblici. Questa è solo la prima delle iniziative che faremo, abbiamo voluto dare un segnale: non ci facciamo prendere in giro, perché in consiglio a dicembre ci è stato detto che la cosa era avanzata, mentre abbiamo controllato gli atti e invece è ferma! Continueremo a insistere su questa e su altre zone. Così, se non si trova una soluzione, questo edificio non può stare in queste condizioni: il sindaco deve fare un’ordinanza per riaprire i marciapiedi e, se il problema sono i balconi pericolanti, il sindaco deve far abbattere i balconi e mettere in sicurezza, a spese dei proprietari. I marciapiedi non sono di qualcuno, sono dei cittadini. Saremo in consiglio, ma saremo anche sui marciapiedi per rivendicare i diritti dei cittadini”.
Più in generale, si chiede chiarezza sul futuro dello stabile: “L’edificio aveva destinazione sociale e sanitaria – ha detto Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) -, e invece per fare una speculazione hanno cambiato la destinazione a residenziale, e questo è lo scandalo iniziale. E perché ora la situazione è ferma? Perché chi deve intervenire su questo edificio non si accontenta mai: ha avuto 700 mq di vantaggio in più, concessi dall’amministrazione, ma siccome è uscita una legge regionale che gli può consentire di avere ancora di più, loro non fanno nulla. Peccato che questa legge regionale è stata impugnata dal governo e adesso è al Consiglio di Stato e chissà quando verrà risolta questa situazione. Capite che questo cambio di destinazione d’uso è stato una sciagura: e ora noi facciamo una battaglia per realizzare una ‘casa di comunità’, quale sede sarebbe stata migliore di questa?”. Come priorità è stata comunque ribadita l’urgenza della sicurezza di marciapiedi e balconi.