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Venerdì 22 novembre 2024

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Dipendente si tagliò mentre sezionava polli, multa al titolare

Il fatto avvenne a Caraglio a fine 2016, l'operaio fu risarcito ma i controlli dello Spresal evidenziarono alcune lacune

La Guida - Dipendente si tagliò mentre sezionava polli, multa al titolare

Caraglio – Si è concluso con la condanna al pagamento di 200 euro di multa il processo a R. C., titolare della ditta Europoll, dove a fine 2016 un dipendente (S. A., originario della Costa d’Avorio) si procurò un taglio alla mano mentre sezionava polli. Il giovane si sottopose a diversi interventi chirurgici senza però recuperare la piena mobilità dell’arto e a quattro anni di distanza dall’incidente decise di denunciare il datore di lavoro, che poi lo risarcì integralmente. In seguito alla querela, i tecnici dello Spresal eseguirono verifiche nello stabilimento riscontrando alcune carenze in materia di sicurezza. Al titolare vennero notificate le prescrizioni da attuare per mettersi in regola, fra cui l’obbligo dell’uso di guanti in maglia di ferro per i lavoratori adibiti al taglio della carne. Un elemento – quello della carenza di adeguati dispositivi di protezione – emerso dalle deposizioni di alcuni testimoni di accusa che avevano riferito al giudice di non aver sempre potuto indossare i guanti adatti al loro lavoro perché in numero limitato e solo di alcune taglie adatte a mani piccole. Oltre alla carenza di adeguate protezioni per i lavoratori, l’accusa aveva anche contestato la mancanza di una vera e propria formazione dei dipendenti, che in aula hanno riferito di aver imparato il mestiere semplicemente osservando il lavoro dei colleghi più anziani. La parte offesa aveva anche denunciato di non essere stato adeguatamente soccorso in occasione del taglio e, al contrario, di essere anche stato invitato a non recarsi al pronto soccorso ma di curarsi a casa, rivolgendosi eventualmente al proprio medico di base raccontando di esseri ferito in un incidente casalingo. Tutte prove che hanno indotto il pubblico ministero a chiedere la condanna dell’imputato a tre mesi di reclusione. Secondo i testi della difesa invece quell’incidente avvenne nel corso di una stupida sfida di velocità che la parte offesa avrebbe ingaggiato con un collega più anziano; per i difensori di R. C., fu la parte offesa a togliersi il guanto per essere più veloce nei movimenti e recuperare così lo svantaggio rispetto al collega che lo stava battendo.

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