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Sabato 2 novembre 2024

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Cittadino indiano condannato con l’accusa di essere un “passeur”

Nel maggio dello scorso anno era stato fermato in alta valle Stura con tre pakistani sulla sua auto

La Guida - Cittadino indiano condannato con l’accusa di essere un “passeur”

Cuneo – È stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione e 30.000 euro di multa S. S., cittadino indiano accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il 26 maggio 2023 era stato intercettato ad Aisone da una pattuglia della Polizia di frontiera, mentre trasportava a bordo di una Fiat 500 tre cittadini pakistani tutti sprovvisti di documenti e permesso di soggiorno. In aula l’agente della Polizia che aveva eseguito il fermo dell’autovettura, mentre scendeva dal Colle della Maddalena, ha riferito che l’auto su cui viaggiavano i quattro passeggeri era stata noleggiata da una ditta portoghese e che, stando alle impostazioni del navigatore, i quattro erano diretti a Torre Canavese, nel torinese. “I tre cittadini pakistani ci dissero che avevano conosciuto S. S. da alcuni mesi e che li stava accompagnando a fare visita a un loro amico ricoverato al Santa Croce”, ha riferito in aula l’agente della Polizia. I tre fecero il nome di una persona che però, a seguito di controlli, non risultava essere stata mai ricoverata nel nosocomio cuneese. A conclusione dell’istruttoria il pubblico ministero Alessandro Borgotallo ha sottolineato che il reato di favoreggiamento dell’immigrazione sussiste anche in assenza di ritrovamento di denaro: “Il reato di favoreggiamento sussiste a prescindere dalla natura onerosa del trasporto; che ci fosse o meno il titolo oneroso, è cosa che non riguarda il reato contestato”.
Secondo l’accusa invece era stata provata la premeditazione del reato, con il noleggio della vettura in Portogallo e la destinazione impostata nella località del torinese; con la scusa concordata dell’amico ricoverato all’ospedale e il passaggio da una persona che conoscevano poco o niente. Per l’imputato la richiesta di condanna era stata di 16 mesi di reclusione e 10.000 euro di multa. Secondo la difesa invece i tre, anche se sprovvisti di permesso di soggiorno, risultavano essere già stati in Italia in quanto destinatari di attività di rintraccio da parte delle forze dell’ordine. Per l’imputato e conducente della vettura, incensurato, la difesa aveva chiesto il non luogo a procedere per tenuta del fatto

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