Dalmazia Viale vive a Cuneo ma per molti anni ha vissuto a Borgo San Dalmazzo. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Cuneo e ha partecipato a mostre in provincia di Cuneo e a Torino. Grazie alla sua frequentazione alla scuola Iconografica di Seriate è esperta delle tecniche pittoriche tipiche della tradizione cristiana d’Oriente. Nei suoi dipinti si riconoscono un high, cioè la rappresentazione divina, e un low, rappresentazione dell’umanità, archetipi della linea verticale, che è il luogo del cielo, dell’aria, della luce, dello spazio ultraterreno, delle entità fisiche immateriali, e della linea orizzontale, che è luogo della terra, dell’acqua, dell’ombra, della fisicità materiale. La sua pittura comunica sentimenti di buon umore e tenerezza affettiva ma anche di intima spiritualità, oscilla tra astrazione e figurazione, tra armonia geometrica e realtà fiabesca, tra semplificazione lineare delle forme e festosa vitalità dei colori puri. È un’inconografa, grande esperta di immagini sacre e figure ieratiche un po’ severe. Ha realizzato centinaia di icone tra cui quella del beato Giuseppe Allamano, fondatore dei Missionari della Consolata che si trova nell’Istituto della Consolata di Fossano.
“Dalmazia oscilla – scrive Enrico Perotto – tra astrazione e figurazione, tra armonia geometrica e realtà fiabesca, tra semplificazione lineare delle forme e festosa vitalità dei colori puri, comunicando sentimenti di buon umore e tenerezza affettiva, ma anche di intima spiritualità. I suoi soggetti privilegiati sono gli aquiloni, gli animali come simpatiche e allegoriche oche o i pesci, le scene di maternità, di matrimonio, di paesaggio trasognato, i ritratti femminili incantevoli, sospesi in una dimensione senza tempo, ancestrale, colma di bellezza, poesia e trascendenza”.
I suoi soggetti privilegiati sono gli aquiloni, gli animali come oche e pesci, le scene di maternità, di matrimonio, di paesaggio trasognato, i ritratti femminili sospesi in una dimensione senza tempo, ancestrale, poetica.
“La sua arte con i simboli di cui è disseminata, – dice Cinzia Tesio – è una sorta di racconto biografico: attraverso i celebri aquiloni, i fiori, i pesci, i volti e le varie rappresentazioni la pittrice parla di sé, delle sue gioie, del suo animo e della sua realtà. La sua produzione artistica è una vibrante testimonianza della propria vita, delle sue inquietudini e aspirazioni, espresse da immagini archetipiche che toccano le corde più profonde dell’anima, evocando “quell’inconscio collettivo” teorizzato dalla psicologia analitica junghiana… Le opere di Dalmazia Viale sono caratterizzate da una preziosità espressa molto eloquentemente dall’unicità del segno, dall’uso dei colori accesi e da un’altra caratteristica di grande rilevanza: l’accostamento del finito e del non finito, ovvero di parti più dettagliate che prendono forma, si condensano dall’indeterminato, accanto ad altre in cui si abbandona a colpi di pennello o spatola dettati dallo stato d’animo del momento, sebbene l’opera nasca da un desiderio interiore lungamente meditato…. Mi è parso di trovare in lei l’ardore di Artemisia Gentileschi, vale a dire un animo femminile non rassegnato al suo ruolo fisico né condizionato dai generi prescritti (o imposti) dalla tradizione. L’energia che traspare da alcuni lavori di Dalmazia Viale è, in parte, paragonabile a quella che emerge da alcune tele della Gentileschi; le accomuna il carattere forte ed energico che, espresso attraverso un modo estremamente moderno di rappresentare fatti e persone, dimostra la forza del mondo femminile, lasciando emergere l’infinita dolcezza che caratterizza ogni donna”.