Acceglio – Per oltre quarant’anni era stato titolare di una piccola ditta di pompe funebri a gestione familiare, ma da qualche anno aveva trasferito la titolarità della ditta al figlio continuando ad aiutarlo come dipendente e proprio in questa veste si era procurato la frattura del bacino e di due vertebre mentre eseguiva un lavoro al cimitero di Acceglio.
Per questo motivo il figlio L.V. è stato rinviato a giudizio con l’accusa di lesioni colpose e mancata osservanza delle prescrizioni in materia di prevenzione degli infortuni. L’incidente si era verificato a maggio del 2021 mentre il padre dell’imputato stava togliendo la lastra di marmo da un loculo in vista di una tumulazione che sarebbe avventa il giorno seguente. L’uomo era salito all’altezza di circa quattro metri utilizzando una scala messa a disposizione dal Comune all’interno del cimitero. Dopo aver tolto la lastra dal loculo questa gli scivolò dalle mani cadendo in avanti a terra, mentre lui perse l’equilibrio cadendo all’indietro di schiena. Nessuno si trovava nei paraggi e fu proprio l’uomo ad avvisare il figlio che a sua volta chiamò subito i Carabinieri e il 118. Trasportato subito all’ospedale di Cuneo e successivamente al Cto di Torino, l’uomo ebbe una prognosi di 160 giorni, rimanendo bloccato a letto da maggio a settembre, quando iniziò a muoversi in sedia a rotelle.
“Oggi ho recuperato completamente” ha riferito in aula l’uomo che ha aggiunto che quel tipo di lavori li aveva fatti sempre e non era mai successo niente del genere, ma che era consapevole che quel tipo di attrezzatura non era adatta a svolgere certi lavori: “Ora demandiamo tutto a ditte edili abilitate a fare ponteggi”.
Sull’inadeguatezza della scala presente nel cimitero si era pronunciato nella precedente udienza anche il dipendente del servizio Spresal della Asl Cn1: “La scala era in uso al cimitero ma non aveva certificazioni e aveva dei difetti che la rendevano indeguata all’uso per il pubblico. Per quel tipo di lavoro sarebbe servito un montacarichi alzalastre che evitasse la discesa della scala con un peso di 30 chili sulle mani senza poter usufruire di alcun appoggio sicuro”.
Il processo è stato rinviato al 27 giugno per la discussione.