Cuneo – Il consiglio comunale ha approvato nella tarda serata di lunedì le modifiche al piano delle alienazioni del Comune con l’inserimento in particolare degli 11 alloggi in corso Dante 20 e un box in via Bassignano ricevuti in eredita dal dottor Ferrero, per un incasso potenziale iscritto nel piano di 2 milioni di euro. Incasso che dovrà poi essere definito nel dettaglio, con la valutazione e il reale incasso di ogni singolo alloggio, quando sarà avviata l’eventuale vendita all’asta.
La votazione della delibera è stata preceduta da un ampio dibattito in merito alla decisione di mettere in vendita gli alloggi ricevuti in eredità e anche per la vendita tentata e non riuscita di palazzo Chiodo, la cui asta è andata deserta.
L’eredità Ferrero
In particolare, la decisione del Comune di mettere in vendita 11 dei 13 alloggi dell’eredità Ferrero è stata contestata duramente dai consiglieri di minoranza, a iniziare da Paolo Armellini (Indipendenti) che ha presentato la sua terza interpellanza in pochi mesi sull’utilizzo dell’eredità del dottor Ferrero: “Le amministrazioni che si sono succedute non hanno gestito questa eredità in modo coscienzioso. Questa eredità doveva essere onorata in altro modo”.
L’attivo ereditario, come ha ricordato il consigliere di minoranza ammontava a 7.321.000 euro tra contanti, azioni e titoli, 13 alloggi di cui 11 in corso Dante, oltre a box, 45 opere d’arte, mobili di pregio “per un ammontare minimo di 9.200.000 milioni di euro”.
Le risorse finanziarie sono in buona parte già state destinate alla nuova biblioteca (4.626.000 euro) e pper lavori nelle frazioni (1.321.000), con la somma ancora disponibile che sarà utilizzata anche per la biblioteca 0-18. Per quanto riguarda gli alloggi, invece, cinque di quelli in corso Dante sono attualmente sfitti in quanto necessitano lavori di ristrutturazione. “Non posso immaginare che non sia stato possibile creare un fondo legato all’eredità Ferrero, in cui far confluire anche le risorse maturate con gli affitti, da utilizzare anche per ristrutturare gli alloggi che facevano parte dell’eredità e oggi sono sfitti – ha detto Armellini – Oltretutto la cifra ipotizzata, 2 milioni di euro per un totale di circa 1.600 metri quadrati in centro città, non è accettabile. È stata una scelta politica o ignavia? È una situazione che ha dell’incredibile: la vendita di quegli alloggi è un insulto alla memoria dell’eredità Ferrero”.
Posizione sostenuta anche da Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni): “Sono sorpreso e scandalizzato dalla gestione dell’eredità Ferrero e non capisco perché il Comune non sia stato in grado di gestire questi immobili. Mi lascia stupefatto il valore di vendita iscritto nel piano di alienazioni di 2 milioni per questi 11 alloggi. Una valutazione del tutto inusuale e mi sembra un’operazione del tutto inaccettabile”.
Per Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) “sull’utilizzo degli edifici l’amministrazione comunale non può continuare ad agire senza un programma e senza confrontarsi con la città”, mentre Franco Civallero (Forza Italia) ha sottolineato: “Il dottor Ferrero aveva cura dei suoi beni, in modo oculato. Purtroppo la sua eredità è finita in mano a gente incompetente, questa è una mala gestione”. “È evidente che il valore di 2 milione non è un valore da inserire nel piano delle alienazioni – ha rincarato Giancarlo Boselli – Quegli alloggi valgono molto di più e sono convinto che ci possa essere il danno erariale”.
A rispondere per il Comune è stato l’assessore all’Urbanistica, Alessandro Spedale: “I canoni di affitto degli immobili sono stati incassati in bilancio come entrata corrente e non è stato costituito nessun tipo di fondo. La decisione di inserire questi alloggi nel piano delle alienazioni non è stata presa a cuor leggero, ma di fronte a una situazione in cui cinque alloggi sono rimasti sfitti e hanno necessità di manutenzione straordinaria è ovvio che non possiamo rimanere fermi. Anche per evitare una perdita di ulteriore valore abbiamo deciso di inserirli nel piano delle alienazioni”.