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Sabato 18 gennaio 2025

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Denunciato per stalking dalla sua referente per l’accoglienza, giovane a processo

Il processo proseguirà il 9 luglio con gli ultimi testi prima della discussione

La Guida - Denunciato per stalking dalla sua referente per l’accoglienza, giovane a processo

Mondovì – Prosegue al tribunale di Cuneo il processo per stalking e violazione del divieto di avvicinamento a carico di un giovane extracomunitario che dall’aprile 2019 al maggio del 2021 era stato inserito nel Sistema di accoglienza e integrazione della cooperativa Valdocco, finendo per tormentare con telefonate, appostamenti e pedinamenti, la referente che lo aveva preso in carico nel suo processo di inserimento lavorativo. “Quando il progetto terminò – aveva riferito la donna al giudice – A.A.E. aveva iniziato a telefonarmi e mandarmi messaggi invadenti della mia sfera privata. Era sposato e attendeva il ricongiungimento familiare ma mi chiedeva cosa doveva fare per sposare una donna italiana e mi disse che voleva sposare me”. Le telefonate si fecero sempre più insistenti, fino al culmine raggiunto in una notte di agosto quando la donna ricevette circa 2000 telefonate. Per superare il blocco del suo telefono, l’uomo utilizzava anche altre utenze per chiamare la donna e poi si appostava davanti all’entrata dell’ufficio dove lei lavorava nel tentativo ossessivo di parlarle. “Le avevamo dato un tracker, un dispositivo di allarme collegato al telefono – aveva riferito uno dei colleghi della donna – e facevamo in modo di non lasciarla mai sola sia all’entrata che all’uscita dal lavoro. Le avevamo anche dato un nuovo numero di telefono ma lui era riuscito ad averlo e aveva ricominciato a tormentarla. Diceva che voleva avere un figlio con lei e questo per noi fece alzare il livello di attenzione”. Su richiesta della sua referente, la donna aveva scritto una relazione di quello che le stava accadendo e la responsabile fu molto allarmata da quello che lesse, “era una relazione molto dettagliata e mi sono spaventata di tutte le cose che stava subendo e che non ci aveva detto a voce”. Più volte l’imputato l’aveva anche pedinata seguendola in monopattino, obbligandola a fare molte deviazioni per impedirgli di scoprire dove abitava. “Era molto turbata – ha riferito un’altra collega – piangeva spesso perchè aveva paura e noi cercavamo di non lasciarla mai sola”. Il processo proseguirà il 9 luglio con gli ultimi testi prima della discussione.

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