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Domenica 22 dicembre 2024

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Carcere di Cuneo, una serra in cui si coltivano speranza e futuro

Presentati gli spazi del progetto "Liberi di coltivare", che al momento coinvolge sei detenuti

La Guida - Carcere di Cuneo, una serra in cui si coltivano speranza e futuro

Cuneo – Nella mattinata di oggi (lunedì 29 gennaio) nel carcere del capoluogo è stata presentata l’iniziativa della serra, in cui lavorano sei detenuti, per il progetto “Liberi di coltivare” attivato con Open Baladin Cuneo e Joinfruit. Negli spazi recuperati dell’ex serra floricola, quelle persone si occupano di insalata e spinaci, nei prossimi mesi di mirtilli e lamponi (in vaso), e poi più avanti anche di altri ortaggi e frutti, in prospettiva anche per la trasformazione. Si tratta infatti di un’idea nata dall’esigenza di creare un “orto dello chef” per il locale cuneese del gruppo Baladin, guidato da Elio Parola, già attivo nel carcere cuneese con le attività di Panaté (cooperativa che produce pane e lievitati dando lavoro a 18 detenuti, per il circuito Baladin ma anche per altri canali, export compreso). Il lavoro – non soltanto nella formula del “socialmente utile” – come forma di realizzazione e riscatto attraverso un percorso professionalizzante utile per il futuro reinserimento sociale, per persone che stanno scontando una pena, in modo da dare loro un’opportunità per il futuro, la speranza di un domani meno difficile: è questo il messaggio forte, sottolineato dal direttore della casa circondariale Domenico Minervini e dalla responsabile regionale Monica Russo, sugli effetti positivi di una reale collaborazione con il territorio. “Il carcere è anche un luogo della città e l’attenzione deve essere forte, noi come istituzione ci siamo”, ha ricordato la sindaca Patrizia Manassero. “Sono molto felice per questo progetto, perché è occasione per essere (come ci ricorda Papa Francesco) vicini agli ultimi, a chi ha bisogno, a chi deve recuperare il proprio posto nella società, per una vera rieducazione dei soggetti coinvolti”, ha commentato il Vescovo Mons. Piero Delbosco.

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