“Era un mondo vivo quello del popolo delle montagne, abitato da uomini, da donne, da bambini e da tanti spiriti, compagni quotidiani del pensiero e dell’anima”. Così scrive l’autore tratteggiando in poche rapide pennellate l’ambiente umano e sociale in cui si muovono i suoi ricordi. Nato e vissuto per molti anni in Valle Grana, Giovanni Martini fa appello alla sua memoria consapevole che quanto le persone incontrate gli hanno lasciato è un patrimonio culturale da tramandare.
La stalla è il luogo in cui questi ricordi si coagulano. Umido, però caldo e accogliente, con quelle umili, ma essenziali “comodità” che consentivano l’intreccio di relazioni, lo scambio di informazioni o semplicemente l’esperienza di una serata all’insegna della fantasia.
In questo ambiente uomini, donne e bambini sono il riflesso della comunità della borgata. Si andava da una stalla altra, col lume acceso per far luce sul sentiero, ricorda l’autore. Soprattutto ci si aspettava nella stalla. È questa attesa di incontrarsi che introduce al raccontare e insieme costituisce un forte legame generazionale, perché giovani e anziani si incontravano intorno a questi racconti, condividevano un sapere antico nella forma della narrazione.
Tutti i testi sono rielaborazioni in provenzale alpino con traduzione a fronte dei ricordi personali. Raccolgono leggende e storie, dove la narrazione può prendere anche la piega della semplice descrizione di luoghi, di paesaggi, di persone che li popolavano. È un mondo straordinariamente vivo, brulicante di figure più o meno definibili, più o meno imparentate col mistero. I luoghi stessi si caricano di un’atmosfera da sogno in cui anche l’incontro col soprannaturale rientra nell’esperienza quotidiana.
Masche e sarvanot si alternano ad animali fantastici, come il basilisco, a persone reali, a santi che, sul filo della leggenda, hanno attraversato questa valle. La fede sorregge la vita e le fatiche, viene in soccorso di un’esistenza dura, spesso trafitta da drammi. Nel racconto, narratore e uditore seduti accanto nella stalla si riappropriano di tutto ciò inserendolo nella propria visione del mondo. Nascondono tra le pieghe del racconto saggezza antica, qualche paura, valori umani e rispetto per tutti.
Questa antologia di ricordi non si limita però al raccontare. L’autore all’inizio di ogni pagina offre una chiave di lettura che è anche uno strumento per accedere a un mondo così lontano dal nostro.
Le note che si raccolgono alla fine di ogni brano hanno poi il compito originale, ma indispensabile di unire passato e presente identificando luoghi da ritrovare sui sentieri o aggiungendo qualche particolare linguistico o, ancora, inserendo informazioni storiche per dare allargare lo sguardo a una cultura popolare che supera i confini della valle.
Sulle orme della cultura dei Reire
di Giovanni Martini
Editrice Primalpe
euro 18