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Giovedì 26 dicembre 2024

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Riempì il carrello e spinse a terra una commessa per non pagare

L'episodio avvenne in un supermercato di Barge nel luglio 2022, un 40enne è a processo per rapina impropria

La Guida - Riempì il carrello e spinse a terra una commessa per non pagare

Barge – Convinto che in quel supermercato lo stessero raggirando con la merce scontata, aveva riempito il proprio carrello con l’intenzione di andarsene senza pagare; una condotta che è valsa a M. F. A., 40enne originario di Locri e residente a Barre, l’accusa di rapina impropria. Il 17 luglio 2022, poco dopo l’apertura del Presto Fresco, l’uomo era stato visto aggirarsi tra gli scaffali riempiendo il carrello della spesa; mentre si dirigeva verso l’uscita venne fermato dalla commessa che gli intimò di pagare i prodotti che aveva preso. A quel punto l’uomo reagì: “Ci disse che non avrebbe pagato perché noi lo fregavamo”, aveva riferito in aula la commessa testimone e vittima di una violenta spinta che la fece cadere a terra. Convinto delle proprie ragioni l’uomo uscì e rientrò subito dopo con il carrello pieno dicendo alla cassiera che avrebbe pagato solo 10 euro, la somma che riteneva giusta al netto di tutti gli sconti che, a suo dire, il supermercato non gli avrebbe riconosciuto. Mentre diceva queste parole diede una spinta alla donna che cadde a terra aggiungendo che avrebbe potuto anche denunciarlo. Immediatamente venne richiesto l’intervento dei Carabinieri che raggiunsero l’uomo mentre stava per arrivare a casa: “Camminava tranquillamente, era sorpreso che fossimo arrivati e continuava a dire che aveva ragione”, ha raccontato in aula il militare di pattuglia. Al temine dell’istruttoria il pubblico ministero Alessandro Borgotallo ha ricostruito la vicenda rimodulando l’accusa in esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle persone, dato che la spinta era rappresentabile più come un gesto di stizza che come tentativo di impedire alla donna di fermarlo mentre fuggiva con la merce rubata, chiedendo la condanna a un anno e un mese di reclusione. Per la difesa però tutto l’episodio era stato connotato dalla carenza di elemento soggettivo e per questo il proprio assistito andava assolto. Il processo è stato quindi rinviato al primo marzo per le repliche e la decisione.

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