Mondovì – Con un mattone aveva distrutto tutti i cristalli delle due auto della cooperativa Alpi del Mare parcheggiate in piazza Ellero, vicino al mercato e al comando della Polizia municipale. I fatti risalgono al 4 giugno 2021 e l’autore del gesto era stato identificato in B. M., di nazionalità ivoriana, ospite per alcuni anni in una delle strutture gestite dalla cooperativa sociale che si occupa anche di accoglienza migranti. “Da due mesi si era trasferito in un centro Sprar dopo che era stata accolta la sua richiesta di asilo”, ha riferito in aula uno dei due dipendenti della cooperativa che quella mattina sentendo grida dalla strada si affacciò e vide il giovane mentre distruggeva con un mattone tutti i vetri delle loro due auto aziendali (per un danno stimato tra 5.000 e 8.000 euro). Secondo l’impiegato della cooperativa B. M., rinviato a giudizio con l’accusa di danneggiamento, non avrebbe dovuto avere alcun motivo di risentimento nei loro confronti perché la sua domanda di richiedente asilo era stata accolta e aveva anche trovato lavoro: “Eppure – ha spiegato il pubblico ministero Alessandro Borgotallo nelle sue conclusioni – li riteneva colpevoli del fatto che fosse stato affidato a un’altra forma di accoglienza e per questo i suoi ‘strali’ si sono orientati sulle due vetture della cooperativa”. Dopo aver preso a sassate le due auto, il giovane si era diretto verso i giardini di via Cornice seguito dagli agenti della Polizia municipale. Il comandante, nel tentativo di impedirgli di allontanarsi, ricevette un pugno: “Gli avevamo chiesto i documenti ma si era rifiutato di esibirli; per impedirgli di andarsene mi misi davanti a lui che per tutta risposta mi tirò un pugno in volto che schivai proteggendomi con la spalla”. B. M. si calmò solo all’arrivo della pattuglia dei Carabinieri e poco dopo di un’ambulanza: “Avevamo capito che aveva avuto degli screzi con la cooperativa – aveva detto uno dei Carabinieri intervenuti -, accettò di prendere un tranquillante e fu portato in ospedale dove rimase per tre giorni”. Di soggetto problematico e pericoloso ha parlato il pubblico ministero che ha chiesto la condanna a 15 mesi da sostituire con l’espulsione dal territorio italiano, mentre la difesa ha chiesto l’assoluzione perché non era stata data prova della consapevolezza e della volontarietà del commettere un reato. Il giudice ha condannato l’uomo a sei mesi di reclusione con pena sospesa (immagine generica).