Cuneo – “Siamo qui per dire grazie. Un grazie a Dio che ci ha donato don Gianni, un grazie per l’esempio, per la fedeltà alla sua vocazione, per l’amore che ha saputo dare e comunicare”. Così monsignor Piero Delbosco, vescovo di Cuneo-Fossano ha voluto iniziare il funerale di don Gianni Riberi, per tutti “Giobìa”, oggi pomeriggio, lunedì 11 dicembre, in una chiesa Cattedrale che non è riuscita a contenere tutti. In tanti sono accorsi a salutare l’ex vicario generale della Diocesi di Cuneo, morto venerdì 8 dicembre, ma soprattutto ex parroco e curato di diverse comunità e in particolare amico di tanti. E a testimoniare il segno che ha lasciato nelle comunità ecclesiali e civili anche la presenza degli stendardi dei Comuni dove ha lavorato come parroco, Boves, Castelletto Stura, Entracque, Valdieri. Alla camera ardente, prima in casa poi nel Vescovado nuovo, è stato un continuo peregrinare di gente che ha voluto salutare e pregare il suo pastore, amico, confidente.
“L’eredità che ci lascia – ha detto monsignor Piero Delbosco – è l’amore, la grande fede, la disponbilità, la capacità di ascolto e compartecipazione. Don Gianni ha saputo creare unità, unire spiritualità e impegno sociale, ruoli di primo piano a nascondimento, con carità, pazienza, ascolto. Maria che tanto amava, nella spiritualità del Movimento dei focolari, Opera di Maria, lo ha chiamto proprio il giorno della sua festa, l’Immacolata”.
Il comosso saluto finale è stato portato dai giovani delle ultime parrocchie che ha servito (l’unità pastorale di Castelletto Stura, Montanera e Riforano) e dal fratello Toino.
Al funerale ha preso parte, buona parte del clero cuneese e fossanese, i vescovi emeriti monsignor Giuseppe Cavallotto e monsignor Giuseppe Guerrini, e il vescovo di Pinerolo, monsignor Derio Olivero.
La salma è stata inumata nel cimitero di San Rocco Castagnaretta.