Se il titolo esplicita in modo stringato e diretto l’argomento, il sottotitolo del libro risulta un invito alla lettura non solo del libro stesso, ma addirittura della Bibbia. Insomma sembra proprio che da tempo rischiamo di relegare il testo sacro “solo” nell’ambito, appunto, del sacro, lasciando scivolare fuori dall’orizzonte di lettura tutta la componente umana che pure lo intesse.
Ci pensa l’autrice a richiamarci a tale dimensione precisando che la Bibbia “non contiene dogmi, ma solo esperienze”. Un cambio di prospettiva che rende quel testo un libro che parla di vita, di emozioni. Se poi in questa ottica si ritrovano le domande (e le risposte) della fede, è un’ulteriore conferma della necessità di una sua incarnazione per essere significativa oggi.
Ciò spiega anche le annotazioni autobiografiche che punteggiano l’introduzione dove si imbocca una direzione volutamente “laica”. I ricordi sono occasioni per richiamare al “coraggio di incontrare le nostre parti più autentiche”, consapevole che la tradizione cattolica è permeata di valori “senz’altro condivisibili, ma ne ha pericolosamente esasperato l’espressione allontanandosi di fatto dal messaggio contenuto nella Bibbia”.
È questo divario, alla base di incomprensioni e fratture generazionali e culturali, che l’autrice invita a colmare leggendo senza preconcetti i testi: “il mio conflitto interiore non nasceva da quello che il testo raccontava, quanto piuttosto da quello che del testo mi era stato raccontato”.
In questa “straordinaria biblioteca dell’esistenza”, Maria Teresa Milano scova una ventina di storie d’amore. Spesso sono così conosciute da passare quasi inosservate nella loro dimensione umana. Scorgere le sfumature di queste relazioni diventa incontrare persone libere finalmente da un’aura mitica o di superficiale fede.
Lì ritroviamo drammi e forti emozioni, gioie e dolori. Sono i “colori delle relazioni” che queste storie rinnovano e fanno dei personaggi delle persone, immerse nel proprio tempo, ma anche vicine all’oggi nel chiaroscuro del proprio animo. L’amore ha allora un orizzonte ampio e variegato come modo di essere nel mondo in relazione con gli altri. C’è la relazione tra fratelli, senza sottacere le asperità anche drammatiche per scelte contrastanti, come quella tra genitori e figli, tra amici e naturalmente tra uomo e donna. Un aspetto quest’ultimo che l’autrice non esita a tratteggiare come falsato da un’interpretazione miope con una visione distorta della sessualità.
La ricchezza di temi e la sensibilità nel cogliere le sfumature di atteggiamenti, di parole non dette si accompagna al rigore scientifico non ammantato di accademismo. Non è un testo di esegesi, tanto meno ha intenzioni teologiche, precisa l’autrice. Mette a frutto però con discrezione e semplicità la sua formazione linguistica unitamente alla preparazione biblica e più in generale culturale. Inutile cercare note a piè di pagina. I contenuti affiorano come le emozioni senza bisogno di esibire supporti esterni.
21 Storie d’amore
di Maria Teresa Milano (illustrazioni di Alice Negri)
Editrice Sonda
19.90 euro