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Domenica 22 dicembre 2024

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L’irragionevole speranza di uno scienziato sul clima

“Clima” raffinata e precisa lettera alla politica contro ignoranza, egoismo e superstizione laica

La Guida - L’irragionevole speranza di uno scienziato sul clima

È il caso di riprendere oggi la lettera aperta sul clima che il fisico Angelo Tartaglia scrisse due anni fa indirizzandola al Presidente del Consiglio. Lo si può fare senza correre il rischio di incappare in pregiudizi politici, visti i cambiamenti al vertice del governo.
Diciamo subito che non è questione puramente formale la scelta dell’intavolare una corrispondenza. Consente infatti all’autore di ricorrere a uno stile per un verso lontano da ogni accademismo e per l’altro attento alla concisione e precisione dei contenuti.
D’altro lato la lettera gli lascia pure spazio a ripetute osservazioni ironiche, a domande retoriche non certo in attesa di risposta. Ed è evidente che l’autore parla e solleva questioni al Presidente del Consiglio per rivolgersi anche ai cittadini e alle loro responsabilità.
Sotto questo aspetto bisogna convenire che alcune questioni poste sono parzialmente superate dal vorticoso incedere della storia recente. Pare quasi che i due anni dalla redazione dello  scritto si siano trasformati in solchi profondi che obbligano però a un ulteriore ripensamento degli argomenti.
L’elemento che rimane invece inalterato è lo spirito con cui il fisico Angelo Tartaglia affronta la questione climatica. Un atteggiamento che fin dall’inizio, in qualità di scienziato, è segnato da ottimismo, “irragionevole speranza” preferisce chiamarlo, nella dimensione razionale dell’uomo.
Una prospettiva che, per contro, mette in luce anche  le tre forze che devono preoccupare: egoismo, ignoranza e superstizione. Sulla loro base si costruisce un consenso che è politico, ma anche si manifesta in superficiali “discorsi da bar” presso l’opinione pubblica. E in questo ambito non rimane che far riferimento alle innumerevoli opinioni fiorite su Covid e vaccini.
L’autore smonta sistematicamente le osservazioni di chi sminuisce la questione climatica, dimostra l’inutilità di alcune decisioni in merito alla gestione dei servizi, contesta scelte in campo economico e strutturale, sottolinea la necessità di uno sguardo più lungimirante.
Certo non si nasconde che simile raccolta di materiale mette a dura prova il suo ottimismo di partenza. Ritiene però doveroso un atteggiamento costruttivo che porti ad aprire gli occhi anzitutto alla classe politica.

 

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