Massimo Ghiotti è morto lunedì 27 novembre a 85 anni nella sua casa di Torino dove ha sempre vissuto e lavorato.
Torinese ma grande amico della terra cuneese, Ghiotti è stato professore dal 1973 al Liceo Artistico di via Accademia Albertina di Torino, è stato uno dei protagonisti della vita artistica di Torino. Amato e apprezzato dai suoi studenti per la sua disponbilità e la sua passione per l’arte Ghiotti ha studiato all’Accademia Albertina di Torino, dove ha conseguito il Diploma di Pittura e diploma di Scultura. Cattedra di scultura al Liceo Artistico Statale e Cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti. A Torino ha realizzato le tre sculture monumentali in ferro colorato che, dal 2001, ornano una nuova piazza in via Monfalcone, la scultura monumentale nel giardino della Circoscrizione 7, quella nel giardino dell’Istituto Avogadro e quella nel giardino del Primo Liceo artistico. Nel mese di luglio 2010 è stata inaugurata la sua scultura monumentale in acciaio inox per il nuovo Parco cittadino in corso Umbria. Ha iniziato le mostre personali nel 1972 in Italia, con l’utilizzo di materiali particolari, e nel tempo ha avuto vari rilievi critici; nel 1983 le Edizioni Franz Paludetto LP220 hanno pubblicato una monografia delle sue opere in marmo colorato con testo di Roberto Lambarelli. Nel 2008 il New York Times ha pubblicato la foto della sua opera torinese “Contrappunto – Scultura modulare urbana”.
Nel 1996 la casa editrice Umberto Allemandi & C ha pubblicato nella collana “Archivi della scultura”, il volume “Ghiotti-Ascetismo meccanico”, monografia delle sue opere recenti con testo di Pierre Restany, che aveva salutato l’artista come “Asceta meccanico” e “Testimone di un nuovo Umanesimo post-industriale”. Maurizio Calvesi ha definito la scultura di Ghiotti “…quanto di più inedito ed originale abbia proposto la scultura degli ultimi decenni”. Dal 2000 è stato invitato a tenere un ciclo di mostre personali nei principali musei delle capitali dell’Est europeo, l’ultima delle quali al Museo Russo di San Pietroburgo nella Fortezza dei Santi Pietro e Paolo; ha presentato una mostra personale nel Musée Bonnat fi Bayonne , che ha acquistato l’opera monumentale posta al centro del percorso urbano dell’esposizione. Per dodici anni ha fatto parte come rappresentante degli artisti, della Commissione edilizia del Comune di Torino.
Le opere di Massimo Ghiotti esprimono contemporaneamente potenza e precisione, con composizioni estetiche che si basano sulla corrispondenza continua tra materiale, concetto e composizione, in una profonda sensibilità estetica. Sotto questo aspetto l’arte di Ghiotti è in ugual misura classica e contemporanea, una seduzione particolare che va cercata nella capacità di collegare elementi fabbricati industrialmente in composizioni classicamente armoniose. Nelle sue opere, non si ha solo la scoperta dell’oggetto oppure una rivalutazione della sua nuda oggettività e della relativa estetica, ma piuttosto la creazione di una nuova estetica che tiene conto di un repertorio di forme e proporzioni piuttosto classico. Sono strutture fantastiche percettibili visivamente nelle loro dimensioni e tuttavia monumentali nella loro imponenza, una visione ascetica della metallurgia, un’ascesi sotto pressione, la cui applicazione rende le medesime armoniose ed eleganti, una ulteriore riprova della classicità espressiva dell’artista pur esprimendosi, con materiali non così consueti nell’arte.
“Poderosa è davvero l’immagine che Ghiotti ha derivato dalla trasposizione del mondo meccanico nel regno della pura speculazione artistica scrive Maurizio Calvesi. – Veramente assistiamo in questo teatro dei congegni ai drammi e alle fantasie del metallo,o come alle proiezioni fatte manifeste di un suo segreto,seducente immaginario di azioni e di vita, di contrasti e di attrazioni,aventi per parametri la tensione,l’equilibrio,la forza,la misura, la geometria, l’impulso,la pressione. Una disumana, ma tesa idealità presiede alle loro messe in scena. È quanto di più inedito ed originale abbia proposto la scultura degli ultimi decenni; ed anche di avvincente,una scultura capace di imporre il vigore dei propri volumi senza rinunciare al rigore e persino alla succinta eleganza dei profili”.
A Cuneo, ha esposto nel 2022 a Palazzo Samone nella collettiva curata dall’amico e per tanti anni collega di cattedra Marienzo Ferrero, “Caleidoscopio” nella rassegna Help di grandArte. L’ultiuma sua mostra si è conclusa pochi giorni fa a Monforte d’Alba dal titolo “Geometrie in cantina”.