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Mercoledì 18 dicembre 2024

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Banchi vuoti in consiglio comunale

A Borgo San Dalmazzo protesta dei gruppi di minoranza “Borgo per tutti” e “La Torre”

La Guida - Banchi vuoti in consiglio comunale

Borgo San Dalmazzo – Quattro dei cinque consiglieri di opposizione hanno disertato la seduta del consiglio comunale di martedì 28 novembre. Unica presente Luisa Agricola (“Realizziamo insieme”) appena subentrata a Paolo Giraudo. Non si sono presentati invece Pierpaolo Varrone, Luca Basteris, Luisa Giorda (“Borgo per tutti”) e Marco Bassino (“La Torre”).
Un’azione di protesta, come spiegano i quattro consiglieri in un comunicato. “L’assemblea dei consiglieri – scrivono – è stata da tempo relegata a semplice luogo di comunicazioni e ratifiche dove il più delle volte a domande specifiche non corrispondono risposte puntuali ma evasivi giri di parole. Siamo fermamente convinti dell’importanza del consiglio come luogo di confronto e di partecipazione democratica. Purtroppo così non avviene da oltre un anno a Borgo San Dalmazzo. E con sempre crescente gravità. Per queste ragioni attuiamo una forma di protesta che ci costa, ma che riteniamo non più rinviabile”.
“Abbiamo richiesto più volte il rispetto dell’art. 38 del Testo unico degli Enti locali che prevede che “le sedute del consiglio e delle commissioni nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, si tengano preferibilmente in un arco temporale non coincidente con l’orario di lavoro dei partecipanti”. Richieste che sono cadute nel vuoto”.
“Con la nostra assenza vogliamo anche stigmatizzare il comportamento della sindaca nei confronti dei consiglieri di opposizione: alle critiche ed alle richieste di chiarimento si è risposto con ipotesi di querela per diffamazione. Alle richieste rivolte dai gruppi di opposizione (che insieme rappresentano più del 50% dei votanti) di avere informazioni sulle decisioni che la giunta intende assumere su delicati aspetti legali la sindaca, si è sottratta dal rispondere”.
Immediata la replica del gruppo di maggioranza “Uniti per Borgo”.
“In termini generali – scrive il gruppo che fa capo alla sindaca Robbione – il consigliere comunale ha il dovere di partecipare alle sedute del Consiglio, tant’è che la mancata partecipazione, se non giustificata, comporta la decadenza dalla carica, con le procedure previste dallo Statuto”.
“La norma – scrive il gruppo di maggioranza – non solo non prevede un divieto di convocazione del consiglio durante l’orario di lavoro, ma non ha alcun riflesso sul dovere di partecipazione. Il fatto che le sedute consiliari debbano tenersi “preferibilmente” al di fuori dell’orario di lavoro ha esclusivamente risvolti di finanza pubblica (per non dover provvedere al rimborso del permesso, ndr).
È bene ricordare che in consiglio siedono delle donne che hanno tutto il peso della famiglia sulle proprie spalle e che debbono svolgere il lavoro di cura dei figli nell’arco di tutta la giornata”.
“Crediamo – prosegue la nota della maggioranza – che il consiglio comunale sia il luogo per eccellenza del dibattito libero e democratico, così come si è sempre svolto. Non partecipare al Consiglio, pur nel rispetto delle decisioni dei consiglieri assenti, non aiuta l’organo consiliare nel suo essere momento fondamentale della democrazia cittadina”.
E ancora: “La maggioranza non si è mai rifiutata di dare risposte o di avere confronti. Non c’è nulla da evitare e nulla da nascondere. Anzi, pare che dia proprio fastidio il fatto che alle domande poste in consiglio vengano sempre date risposte puntuali, anche su aspetti legali. Succede che per varie esigenze (nello specifico le dimissioni recenti di un consigliere) vengano convocati consigli ravvicinati. Perché lamentarsi o invocare la gentilezza istituzionale? E’ compito del consigliere parteciparvi, siamo stati eletti democraticamente dalle cittadine e dai cittadini i quali si aspettano da noi che portiamo avanti i progetti per la città e di discuterli, ognuno con le proprie posizioni e idee. Non devono spaventare gli impegni e la partecipazione ai consigli, fossero anche tutte le settimane dove sarebbe il problema? Siamo stati eletti per questo e ben possono pretenderlo le cittadine e i cittadini che ci hanno votato”.

 

 

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