Cuneo – Sabato 25 novembre, alle ore 21, nella parrocchia del Sacro Cuore l’ensemble Modulata Carmina presenta un concerto di polifonia sacra che farà rivivere pagine sconosciute al grande pubblico, se non addirittura non più cantate da secoli. I brani in programma sono infatti delle primizie musicali perché trascritti di recente e riportati in vita in sede di esecuzione dai cantori dei Modulata Carmina dopo secoli di dormienza oppure composizioni eseguite raramente. Tutti, comunque, riflettono un’accurata ricerca del materiale musicale e una grande attenzione all’interpretazione.
Il gruppo, nato in Svizzera quasi 30 anni fa come quartetto vocale, privilegia la divulgazione della musica sacra rinascimentale senza però escludere musiche di altre epoche e di aree culturali differenti. La formazione dell’organico varia in base al repertorio e il gruppo si esibisce in concerti con formazione di 3 soli elementi fino a raggiungere 34 elementi avvalendosi talvolta della collaborazione di musicisti. L’organico per il concerto di Cuneo sarà composto da otto cantori (Soprani: Alessandra Gardini, Stefania Nevosi; Contralti: Nausicaa Nisati, Maria Teresa Santos; Tenori: Luigi Santos, Danilo Santoriello; Bassi: Giampietro Bonazzi, Marco Radaelli), tutti professionisti, coordinati da Luigi Santos che si occupa anche della ricerca e delle trascrizioni inedite di originali da biblioteche italiane.
“Karitas habundat in omnia” è il titolo del concerto cuneese, tratto dal primo versetto di un’antifona di Ildegarda di Bingen, mistica, teologa e compositrice che visse in Germania nel XII secolo, canonizzata e dichiarata Dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI. Altri brani rari di compositori anonimi includono il brano bizantino di tradizione siriaca “Ecco lo sposo viene nel mezzo della notte” cantato in aramaico, il canto gregoriano “Illumina faciem tuam” del XII secolo, musicalmente innovativo perché la linea melodica non è monodica bensì sdoppiata e il mottetto a tre voci “Ecce quod natura” del 1420, raffinato esempio di arte compositiva in stile alto medievale. Completano il programma brani di compositori che hanno operato tra il XVI e il XVII secolo e che con le loro ricerche e sperimentazioni hanno contribuito a traghettare la musica vocale sacra (e non solo) dal rinascimento al barocco e oltre. Tra questi: Nicola Vicentino del quale verranno eseguiti “Jerusalem convertere” a cinque voci e il mottetto a quattro voci “Musica prisca caput”, straordinario esempio di genialità creativa e modernità di un compositore e teorico che inseguì il sogno della “musica perfetta”; Salamone Rossi che introdusse lo stile polifonico del madrigale nel canto ebraico superando mille difficoltà e la profonda diffidenza delle sinagoghe; Pomponio Nenna, del quale viene proposto il salmo a quattro voci a doppio coro “Miserere mei Domine”; Lodovico da Viadana, altro innovatore per l’uso del basso continuo a sostegno delle voci nel repertorio sacro e del quale verrà proposto “Ave verum corpus”.
Verranno inoltre eseguiti quattro mottetti a otto voci di Francesco Corteccia (“Ingredere felicissimis”), Adriano Banchieri (“Memoramini sancti omnes” a doppio coro), Giovanni Gabrieli (“Jubilamus singuli”) e Pietro Lappi (“Decantabat Domino” a doppio coro). Le loro opere, insieme a quelle di tanti loro contemporanei più o meno noti, costituiscono un patrimonio di straordinaria bellezza in parte ancora inesplorato e ignoto ai più e testimoniano di come il vento della innovazione spirasse nel tardo rinascimento tra chiese e corti di tutta la penisola: da Brescia a Bari passando per Venezia, Mantova, Bologna, Firenze e Napoli.
Gimmi Basilotta, fondatore e direttore artistico della Compagnia Il Melarancio sarà la voce narrante che introdurrà i brani in programma.
Il concerto è stato presentato in anteprima nella suggestiva cornice dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso sul Lago Maggiore e replicato il 28 ottobre a Locarno nell’ambito della rassegna OSA!.