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Domenica 22 dicembre 2024

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“Sono passati 80 anni, ma quella scena non la dimenticherò mai” (video)

Borgo San Dalmazzo ha ricordato l’anniversario della prima deportazione degli ebrei verso Auschwitz

La Guida - “Sono passati 80 anni, ma quella scena non la dimenticherò mai” (video)

Borgo San Dalmazzo – “Avevo 5 anni e 4 mesi esatti e frequentavo l’ultimo anno dell’asilo. Sono uscito con mia zia Teresa per andare a pranzare e in quel momento abbiamo sentito urla, pianti. Siamo arrivati alla caserma, dove oggi c’è l’Asl e abbiamo visto centinaia di persone sdraiate a terra, bambini piangenti, mamme disperate, con le loro povere cose appresso. Aspettavano il momento di essere spostati alla stazione per essere caricati sui carri-bestiame. È un ricordo che non dimenticherò mai, una scena che mi torna alla mente quasi tutti i giorni”.

La voce rotta, un groppo alla gola, Francesco Marangio rievoca così la giornata del 21 novembre 1943, quando 331 ebrei, internati nel campo del Quartiere, vennero fatti salire sui tristemente noti vagoni-merci e avviati, via Nizza – Drancy (Parigi), al campo di sterminio di Auschwitz. Sopravvissero appena in 39.

La sua testimonianza è stata uno dei momenti più intensi della celebrazione con cui, questa mattina, è stato ricordato l’80° anniversario della prima deportazione dal campo di Borgo (ne seguirà una seconda nel febbraio del 1944). La cerimonia, svoltasi al Memoriale della Deportazione, davanti ai vagoni identici a quelli del convoglio del 21 novembre ’43, ha visto la partecipazione della sindaca Roberta Robbione, del presidente della Provincia Luca Robaldo, dell’assessora Michela Galvagno, di alcuni amministratori della valle Stura e di amministratori comunali. Presenti anche il questore vicario Daniele Manganaro, il ten. col. Luca Mosca del 2° Reggimento Alpini, il capitano Maurizio Tosco e il luogotenente Antonio Sollazzo del Comando Carabinieri di Borgo, il comandante dei Vigili urbani Andrea Arena, Roberto Ricchiardi e Marco Manfrinato di Confcommercio, Pasquale Pesante dell’associazione Polizia Penitenziaria in congedo.

L’attrice Elide Giordanengo ha letto alcune pagine tratte da “Oltre il nome” di Adriana Muncinelli, con la testimonianza di Stella, una delle donne deportate quel giorno. “Non possiamo cancellare o riparare i danni del passato – ha rimarcato la sindaca Robbione -, ma nel qui e ora, nel nostro essere cittadini e cittadine consapevoli, possiamo tracciare percorsi di pace in questo mondo dove tutte e tutti abbiamo la responsabilità morale di lavorare per ridare un senso alla parola umanità”.

Il presidente Luca Robaldo si è rivolto agli studenti presenti alla cerimonia: “Oggi noi viviamo nella parte fortunata del mondo, ma tanti altri ragazzi e ragazze non hanno la fortuna che abbiamo noi. Una fortuna che qualcuno con il suo sacrificio ha aiutato a creare. Grazie a Borgo e a chi continua a tenere la luce accesa in tante notti che qualcuno pensa di farci vivere”

Anche il direttore dell’Istituto Storico della Resistenza, Gigi Garelli, ha voluto lanciare un messaggio ai più giovani: “Momenti come questo ci ricordano che ciascuno di noi ha un pezzettino di responsabilità di fronte a cui non può nascondersi. Celebrare i momenti tragici del passato non vuol dire soltanto ricordare, ma anche dire a se stessi che ciascuno ha una responsabilità di cui sarà chiamato a rendere conto”.

Ai ragazzi e alle ragazze della scuola media è stato affidato il compito di leggere il discorso pronunciato recentemente dalla senatrice Liliana Segre, di fronte agli scenari di guerra che turbano coscienze e sensibilità, curando anche gli intermezzi musicali, con l’esecuzione di “Bella ciao”, “Give peace a chance” di John Lennon, “Evenu Shalom”, “La guerra di Piero”.

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