Torino – Nella seduta congiunta della terza e della quinta Commissione si è svolto un approfondimento sui canoni delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche. Nel 2023, soprattutto per l’impennata dei prezzi dell’energia, le entrate derivanti dalla riscossione dei canoni dovuti alle grandi concessioni idroelettriche, sono quasi raddoppiate ammontando ad una novantina di milioni di euro. Nella seduta presieduta da Angelo Dago, i rappresentanti dell’assessorato hanno spiegato che in base alla riforma del 2019, recepita dalla legge regionale 26/2020, è cambiato notevolmente l’approccio al tema dei canoni di concessione per l’uso delle acque relativo alle grandi derivazioni. Queste ultime riguardano gli impianti che superano la potenza di 3 megawatt.
Si è passati da un sistema statico e fisso nel tempo a uno dinamico che può avere delle forti oscillazioni di anno in anno a seconda dei diversi fattori legati all’esercizio degli impianti da parte dei concessionari, nonché ai prezzi dell’energia determinati dal mercato. Nel corso della relazione sono intervenuti per chiarimenti il presidente Dago e Matteo Gagliasso (Lega).