Cuneo – Un viale che sembra uscito da un servizio fotografico sui foliage autunnali più suggestivi, tanto verde, vegetazione cresciuta in modo disordinato e alcuni edifici abbandonati da tempo in stato di degrado. Il “bosco urbano” negli spazi interni all’ex caserma Montezemolo è un segreto custodito gelosamente dalle mura di cinta lungo tutto il perimetro che si affaccia su corso Francia, dove c’è l’accesso principale, su via Bodina e sul parco Parri. Molti cuneesi non hanno mai potuto metterci piede e dall’esterno, con quel muro dall’intonaco scolorito e scrostato e gli ultimi segni e divieti rimasti dell’area militare che non c’è più, è difficile, se non impossibile, rendersi conto delle potenzialità di quell’area oggi abbandonata.
Da alcuni anni il Comune sta lavorando al progetto di recupero dell’ex depositivo carburanti, l’ampia porzione di cui è diventato proprietario nel 2017, con in mano il finanziamento di circa 5 milioni di euro di fondi europei ottenuti tramite la Regione con il bando dell’Agenda urbana. Un progetto che ha avuto diversi ritardi rispetto alla tabella di marcia iniziale ed è rimasto incagliato per quasi due anni sulla linea Cuneo-Torino, tra richieste di integrazioni e modifiche da parte della Regione, risposte del Comune, variazioni nel bilancio regionale, ulteriori integrazioni e l’attesa del semaforo verde finale per passare dal progetto definitivo, approvato nel 2021, a quello esecutivo, che sembra essere finalmente in dirittura d’arrivo. Una volta approvato, potrà iniziare l’iter di affidamento dei lavori che dovranno concludersi entro il 30 giugno 2025 (nella foto un’immagine del progetto definitivo).
Concerti, eventi, hub del territorio
Per consentire ai consiglieri comunali di rendersi conto dal vivo della situazione interna all’ex caserma, come richiesto del consigliere di minoranza Paolo Armellini, giovedì pomeriggio si è svolto un sopralluogo delle commissioni consiliari competenti, con la presenza degli assessori Alessandro Spedale, Luca Serale, Sara Tomatis e Andrea Girard, dai tecnici comunali con il dirigente del settore Lavori Pubblici, Walter Martinetto, e dei progettisti incaricati (il progetto è stato realizzato da Politecnica Ingegneria e Architettura, Paisà architettura del paesaggio, Stignani associati srl di Modena).
Nell’area sarà realizzato un grande spazio attrezzato all’aperto, di circa 10.000 metri quadrati, in terra bianca, con pavimentazione permeabile e dotata di sottoservizi, per ospitare spettacoli, concerti e manifestazioni culturali, aperta alla città. L’edificio lungo corso Francia sarà recuperato e destinato a “hub del territorio”, con un’area dedicata anche a bar/ristorazione, mentre sarà abbattuto l’altro edificio presente nell’area e saranno realizzati percorsi ciclopedonali interni, camminamenti, con il collegamento tra corso Francia e via Bodina e di fatto tra i quartieri San Paolo e Donatello, e sarà recuperato e rinnovato il verde esistente, con il riordino della vegatazione esistente e il taglio degli arbusti e degli alberi non più in condizione di sicurezza e la piantumazione di nuove piante.
Il muro della caserma
Il muro perimetrale, di cui era previsto inizialmente l’abbattimento, sarà in buona parte recuperato e mantenuto: sarà abbattuto solo il lato che costeggia corso Francia, mentre sarà mantenuta la parte sui lati di via Bodina e del parco Parri con varchi di accesso per rendere più agevole, e meno costosa, la gestione di ingressi e uscite in caso di spettacoli a pagamento.
Un’area versatile aperta alla città
Per quanto riguarda le manifestazioni, l’assessora Sara Tomatis, ha spiegato già nella precedente commissione l’obiettivo del Comune: “L’area potrà ospitare manifestazioni che oggi vengono svolte in altre zone della città e per incrementare l’offerta con concerti e spettacoli. Sarà anche il luogo per accogliere attività ed enti turistici, promuovere mobilità dolce e connettersi al Parco Fluviale”.
Per l’area spettacoli, l’obiettivo, come ha spiegato il dirigente dei Lavori Pubblici del Comune, Walter Martinetto, è quello di “renderla il più possibile versatile, per quello che può succedere e per quello che ancora non c’è. La visione è pensare l’area come potrà essere nei prossimi decenni”.
Il verde presente nell’area sarà recuperato e in parte ridisegnato, con l’eliminazione e la sostituzione di parte degli alberi presenti, dalle specie invasive a quelli non più un condizioni idonee di stabilità, dopo oltre vent’anni di abbandono in cui la vegetazione è cresciuta in modo spontaneo e non curato.