Cuneo – Nessuna musica dopo la mezzanotte, e solo una o due volte al mese si faceva il karaoke, permessi in ordine e soprattutto nessun residente dei condomìni vicini che si sia mai lamentato con lei; è questa la versione che M. S., titolare del bar Mirela che affaccia su piazzale della Libertà, ha sostenuto davanti al giudice del tribunale di Cuneo dove è a processo per disturbo della quiete pubblica, su querela di quei residenti di cui lei non aveva mai percepito il fastidio prima della denuncia del settembre 2021 e nei successivi incontri con il comitato di quartiere. “Non ho mai avuto clienti ubriachi e inoltre ero io, senza l’aiuto di nessuno, che gestivo le persone che passavano davanti al locale e davano fastidio”, ha proseguito nella sua deposizione la titolare del bar, affermando anche che lo stereo non sarebbe mai stato posizionato all’esterno ma solo dentro il locale: “Ho anche chiesto un preventivo per l’insonorizzazione che sarebbe costata sui 6.000 euro e avevo chiesto al proprietario del locale di scalarmi la spesa dall’affitto, ma non se ne è fatto niente. Il locale aveva comunque i vetri doppi e da fuori si sentiva poco. Sono rimasta delusa dal fatto che nessun residente sia mai venuto a parlare con me di questo problema, alcuni erano anche miei clienti. Quando venivano i Carabinieri facevano solo controlli di routine, non sapevo che qualcuno si fosse lamentato e comunque non avrei saputo a chi suonare”. La stessa linea difensiva è stata seguita anche dall’altra imputata C. J., titolare del Chicken King di via Silvio Pellico, ora passato a un’altra gestione: “Lavoriamo tutto il giorno con il nostro ristorante fino a mezzanotte, la musica era quella di un televisore all’interno del locale. Siamo un ristorante dove vengono anche tante famiglie, per lo più il sabato sera perché gli altri giorni si lavora e si va a scuola. Si viene per mangiare, bere qualcosa e poi si va via, nessuno si è mai lamentato con me”. La donna ha ammesso che sia nelle riunioni di condominio che in quelle del comitato di quartiere si era parlato di musica forte e di rumori notturni: “Ma si parlava in generale, non a me direttamente, nessuno è mai venuto a lamentarsi con me. Anche i controlli dei Carabinieri erano di routine, non ci hanno mai detto che intervenivano per schiamazzi. I ragazzi che si sedevano sulle panchine facevano rumore, ma non c’entravano niente con i miei clienti e comunque sono intervenuta io per farli smettere fino a quando hanno poi tolto le panchine”. Il processo è stato rinviato al 19 dicembre per ascoltare i primi testimoni a difesa.