Mondovì – Aveva messo in vendita su Internet la sua vecchia Wolkswagen Maggiolino al prezzo di 13.000 euro e l’uomo che lo aveva contattato via Whatsapp fornendogli il documento d’identità e la tessera sanitaria non solo aveva accettato il prezzo di vendita, ma aveva dichiarato di voler versare subito 1.500 euro di acconto come dimostrazione concreta del proprio interessamento in vista dell’acquisto. Questo presunto versamento doveva essere fatto il prima possibile a uno sportello bancomat tramite ricarica della carta di credito del venditore. È la cronaca della truffa messa in atto nel 2021 ai danni di un signore monregalese che, convinto dalle parole e dal documento d’identità che il presunto acquirente gli aveva fornito, si recò allo sportello bancomat per ricevere questo acconto tramite accredito sulla propria carta di credito: “Sapevo che si fanno queste ricariche ma io non lo avevo mai fatto e non fu facile fare questa operazione perché lui era velocissimo nel darmi le indicazioni, è tutto avvenuto nel giro di pochi minuti e solo dopo mi sono reso conto che avevo fatto un versamento”, ha riferito in aula la vittima della truffa. Subito dopo aver ricevuto i soldi l’acquirente non rispose più al telefono e la vittima del raggiro si recò a denunciare l’accaduto. Dalle indagini emerse che il telefono era intestato a S. P., mentre la carta Postepay su cui finirono i soldi apparteneva alla compagna M. A. S.: entrambi sono stati rinviati a giudizio per truffa e sostituzione di persona dal momento che il documento usato per mettere a segno il raggiro apparteneva a un ignaro cittadino cui era stata rubata l’identità su Internet. Mentre l’uomo ha scelto il rito abbreviato, la donna ha optato per il rito ordinario al termine del quale, considerati anche i suoi precedenti per rapina e utilizzo indebito di carta di credito, il pubblico ministero Raffaele Delpui aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione, richiesta accolta dal giudice che ha inflitto alla donna la pena di 12 mesi e 10 giorni di reclusione e 150 euro di multa; il suo compagno, intestatario del numero usato per commettere la truffa e autore della sostituzione di persona, è stato condannato in abbreviato alla pena di un anno e due mesi di reclusione e 140 euro di multa (immagine generica)