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Venerdì 22 novembre 2024

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Clavesana dice no allo stoccaggio di rifiuti pericolosi

Nasce un Comitato che si appella "Siamo contrari a questo stoccaggio di rifiuti e chiediamo alle autorità competenti di agire per fermarlo!"

La Guida - Clavesana dice no allo stoccaggio di rifiuti pericolosi

Clavesana – Acque agitate a Clavesana per la richiesta fatta da un privato, l’azienda Cement Srl, per l’autorizzazione per realizzare un deposito di rifiuti pericolosi e non a Clavesana, lungo la fondovalle, in un’area al confine con i comuni di Carrù e Farigliano, vicina al comune di Piozzo. L’azienda che si occupa di produzione di calcestruzzo, vuole ampliare il proprio sito su un terreno di 50 mila metri quadrati acquistato a fianco dell’azienda già esistente. La pubblicazione sull’albo pretorio del Comune della richiesta, un progetto solo in un fase preliminare, a inizio ottobre ha fatto scattare l’allarme da parte di un gruppo di cittadini che si sono riuniti nel Comitato Clavesana dice no allo stoccaggio di rifiuti pericolosi . Il Comune ha subito comunicato che nulla sarà fatto mettendo a rischio la salute degli abitanti ma intanto la richiesta è stata presentata all’ente competente che è la Provincia. Prima una raccolta firme poi nei giorni scorsi una serie di incontri sempre frequentatissimi con la costituzione ufficiale avvenuta Los corso 23 ottobre del Comitato un’associazione cui tutti possono aderire sottoscrivendo un modulo e offrendo un contributo di 10 euro per sostenere spese tecniche e organizzative (contatti clavesanadiceno@gmail.com).

L’autorizzazione dell’azienda è stata richiesta per oltre 100 categorie di rifiuti. La capacità massima dell’impianto sarà di circa 200 mila tonnellate di rifiuti l’anno, che significa potenzialmente 10.000 camion all’anno stoccati un capannone di 2000 metri quadrati, alto 11 metri e in due tettoie (altri 1500 metri quadrati) aperte sui lati e all’aria.
Tra i rifiuti compaiono:

  • materiali contenenti amianto
  • batterie al piombo
  • batterie al nichel-cadmio
  • batterie contenenti mercurio
  • gas in contenitori a pressione contenenti sostanze pericolose
  • liquidi antigelo contenenti sostanze pericolose
  • tubi fluorescenti e altri rifiuti contenenti mercurio
  • rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni
  • fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi
  • pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose

Perché diciamo NO alla realizzazione di questo deposito di rifiuti

“Autorizzare questo impianto – scrive Serena Milano del  Comitato Clavesana dice no allo stoccaggio di rifiuti pericolosi in una nota – metterebbe a rischio la comunità e comprometterebbe in modo irreversibile l’immagine,  la vocazione e l’economia del territorio. Siamo nella terra del DOCG del Dogliani, nella DOCG Alta Langa, nella IGP nocciola Piemonte, nell’area di allevamento della razza piemontese. Del patrimonio Unesco”.
Ma sono i rischi per la salute della comunità a preoccupare oltre ai problemi sull’economia.
“La lista dei rifiuti comprende sostanze altamente tossiche (mercurio, cadmio, amianto…). Sono evidenti i rischi in termini di salute per tutta la comunità.  La frequenza di incidenti in stoccaggi, depositi e discariche (sversamenti, incendi) è molto elevata. Un incendio nel deposito avrebbe gravissime conseguenze per l’aria (per dispersione di fumi tossici) e per il suolo e le acque sottostanti. La quantità di rifiuti prevista genererà un importante traffico di tir, con conseguenze negative in termini di emissioni, traffico, rischio incidenti. E poi il luogo scelto è ricco di sorgenti sotterranee (circa venti), è attraversato dall’acquedotto Langhe e Alpi Cuneesi (che fornisce acqua potabile a 200 mila persone), ma anche da una grande galleria che raccoglie l’acqua del Tanaro a Clavesana e la convoglia alla centrale idroelettrica Edison, a Farigliano.  A pochi metri dal sito ci sono 4 centri abitati: località Cascina San Giovanni, frazione Pra, frazione Tetti di Clavesana; frazione Naviante di Farigliano.  Ogni prodotto della terra, ogni terreno, ogni immobile sarà svalutato dalla vicinanza a un deposito di rifiuti, in parte altamente tossici, e causerà, inevitabilmente, un impoverimento di ogni famiglia. La presenza del deposito allontanerà il turismo, con conseguenti perdite per l’economia generale di una zona, che negli ultimi decenni ha lavorato molto per risollevarsi dalle conseguenze dell’alluvione del ’94 e per puntare su economie virtuose”.

Un filma già visto trent’anni fa quando Clavesana nel 1991, si era mobilitata, quando un’azienda privata aveva tentato di realizzare una discarica di rifiuti speciali nel medesimo sito. Allora, a seguito alla mobilitazione popolare e alla valutazione dei dati tecnici (sulla presenza di acque nel sottosuolo e sulla vocazione del territorio) la Regione Piemonte aveva negato l’autorizzazione.

“Siamo contrari a questo stoccaggio di rifiuti e chiediamo alle autorità competenti di agire per fermarlo!” si conclude l’appello.

 

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