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Giovedì 21 novembre 2024

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Consumo del suolo: nel 2022 la provincia di Cuneo è stata la peggiore in Piemonte

I dati del rapporto dell'Snpa riportati da Arpa Piemonte. Ogni giorno in Piemonte si costruisce su una superficie pari a 2,4 campi da calcio: al primo posto per consumo netto tra i Comuni c'è Roddi (per i lavori dell'autostrada)

La Guida - Consumo del suolo: nel 2022 la provincia di Cuneo è stata la peggiore in Piemonte

Torino – La provincia di Cuneo è quella con il maggior incremento nel consumo del suolo a livello regionale nell’ultimo anno. A certificare un primato non certo positivo è il rapporto sul consumo del suolo in Italia nel 2023  dall’SNPA – Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, riportato da Arpa Piemonte.

A livello nazionale i cambiamenti maggiori nell’ultimo anno si sono concentrati in alcune aree del Paese: nella pianura Padana, nella parte lombarda e veneta e lungo la direttrice della via Emilia, tutta la costa adriatica, in particolare in alcuni tratti del litorale romagnolo, marchigiano e pugliese. “La perdita di suolo e di tutti i servizi ecosistemici che fornisce – sottolinea Arpa nella nota – compresa la capacità di assorbire l’acqua, non conosce battute d’arresto: il 13% del consumo di suolo totale (circa 900 ettari) ricade nelle aree a pericolosità idraulica media, dove l’11% di territorio è ormai impermeabilizzato, un valore sensibilmente superiore alla media nazionale (con un aumento medio percentuale dello 0,33%). Considerando il consumo di suolo totale dell’ultimo anno, più del 35% (più di 2.500 ettari) si trova poi in aree a pericolosità sismica alta o molta alta”.

I dati del Piemonte

Tra il 2021 ed il 2022 in Piemonte si sono consumati altri 617 ettari netti di suolo, per un totale di suolo occupato da superfici artificiali di 170.199 ettari, il 6,70% dell’intera area regionale. Il valore è il secondo più alto della serie storica, inferiore al solo periodo 2020-2021 in cui il consumo si era attestato a 679 ettari; nel 2022 il cosumo di suolo è connesso in maniera rilevante anche all’adeguamento della rete di trasporti con importanti opere che toccano sia il sud del Piemonte (Autostrada Asti-Cuneo A33, Terzo valico), sia il nord (tangenziale di Novara).

È come se ogni giorno fosse stata artificializzata una superficie equivalente a 2,4 campi da calcio. In termini assoluti, il valore del 2022 proietta il Piemonte al 5° posto a livello nazionale, dopo Lombardia, Veneto, Puglia ed Emilia Romagna; in termini di aumento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, con il valore dello 0,36 % il Piemonte si attesta al primo posto in nord Italia, sopra la media nazionale pari a 0,33%.

Il primato della provincia di Cuneo

A livello provinciale quest’anno emerge il dato di Cuneo che con 179 ettari risulta la provincia con i consumi maggiori, superando sia Torino (168 ha) che Novara (99 ha). Sul dato provinciale di Cuneo incidono le opere connesse ai cantieri dell’autostrada A33, nel tratto compreso tra Alba e Roddi, ma anche la nuova tangenziale di Cherasco ed il polo logistico in area Miac (Mercato Ingrosso Agroalimentare Cuneo) a Ronchi.

A Torino i consumi sono trainati principalmente dalla nuova Città delle Scienze e dell’Ambiente, il polo universitario in costruzione a Grugliasco, e dal centro logistico in costruzione a Orbassano.

A livello comunale il territorio con il consumo di suolo netto più elevato nel 2022 è Roddi (32,80 ha), seguito da Novara (27,73 ha) e Tortona (19,26 ha), comune per il quale incidono le opere connesse al Terzo Valico dei Giovi. Sopra i 10 ettari abbiamo Cherasco (18,79 ha), Orbassano (18,64 ha), Grugliasco (17,89), San Pietro Mosezzo (14,92), Alba (13,94), Vercelli (12,6), Settimo Torinese (11,55), Torino (10,69) e Trecate (10,04). Il Comune di Cuneo si ferma a quota 8 ha, al quarto posto tra i capoluoghi di provincia, dietro a Novara, Vercelli, Torino e a pari merito con Alessandria, salendo al terzo posto in termini di consumo di suolo pro-capite. In termini assoluti di suolo consumato, Cuneo è ancora 5ª con 1.882 ha.

“Dai dati illustrati per il 2022 – sottolinea l’Arpa – emerge un fenomeno che non tende a rallentare e che risulta ben lontano anche in Piemonte dagli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 che, sulla base delle previsioni demografiche, imporrebbero addirittura un saldo negativo del consumo di suolo. Considerando i costi annuali medi dovuti alla perdita di servizi ecosistemici, si può stimare che a livello nazionale, se fosse confermata la velocità media 2012-2022 anche nei prossimi nove anni, un costo cumulato complessivo tra il 2012 ed il 2030, compreso tra 80,2 e 98,7 miliardi di euro. Perdita di servizi ecosistemici che non si traduce solamente in costi economici nascosti, ma impatta direttamente sulla qualità della vita della popolazione. Tra i servizi ecosistemici offerti dal suolo, sono da annoverare ad es. anche quelli di regolazione della temperatura: a rendere infatti le città sempre più calde non sono solo i cambiamenti climatici ma contribuisce anche in larga parte proprio il consumo di suolo”. 

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