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Lunedì 23 dicembre 2024

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Acqua Sant’Anna e la diffamazione di Acqua Eva, parla l’autore

L'ex dipendente di Vinadio accusa i due imputati sulla gestione del testo fatto circolare, con la conseguenza di danneggiare il concorrente e compromettere trattative di alto livello

La Guida - Acqua Sant’Anna e la diffamazione di Acqua Eva, parla l’autore

Cuneo – Da accusato ad accusatore: all’ultima udienza del processo che vede imputati Alberto Bertone e Luca Cheri (rispettivamente amministratore delegato e direttore commerciale dell’Acqua Sant’Anna), ha parlato Davide Moscato, il terzo imputato che dopo il rinvio a giudizio ha chiesto la messa alla prova, all’esito della quale è uscito dal processo con una sentenza di non luogo a procedere passata in giudicato. All’ultima udienza del processo in cui i due imputati devono rispondere dei reati di turbata libertà d’industria e commercio e diffamazione, Moscato ha parlato in veste di testimone puntando il dito contro il suo ex datore di lavoro e il direttore commerciale, dichiarando che furono loro a chiedergli di pubblicare quel blog per gettare discredito sull’Acqua Eva, marchio della società Fonti Alta valle Po dei fratelli Rivoira. Un blog non pubblico (che non compare in una ricerca su Google) creato appositamente per ospitare un articolo in cui si facevano illazioni in merito al fatto che Acqua Eva fosse un brand di proprietà della Lidl, adombrando così lo spettro di un conflitto di interessi e un danno per tutti i centri della grande distribuzione organizzata che  commercializzando l’Acqua Eva favorivano un concorrente. “Inizialmente mi avevano detto che quelli della Eva non agivano correttamente perché avevano rapporti stretti con la Lidl e che gli altri acquirenti dovevano essere informati, poi mi dissero che Acqua Eva era un competitor che li danneggiava. Volevano che aprissi io il blog per dare una veste di imparzialità e che non doveva essere riconducibile alla Sant’Anna perché altrimenti avrebbe perso di credibilità. Io avvertii da subito che non ero un esperto e che non ero in grado di impedire che si risalisse a loro”. Ad aprile 2018 il blog, dopo le numerose pressioni dell’amministratore delegato che non mancava di ricordare a Moscato “che lui ci teneva a quell’articolo”, venne realizzato e ne venne inviato un link all’amministratore delegato e al direttore commerciale: “Fu Cheri a dettarmi quello che dovevo scrivere e una volta finito e inviato a loro non sono stato più informato di alcuna condivisione da parte loro ma ero convinto che non lo avrebbero pubblicato senza i dovuti approfondimenti”. Invece un link di quel sito “civetta” finì nella casella di posta elettronica del responsabile dell’area acquisti di Coop Italia che immediatamente chiese spiegazioni al presidente di Acqua Eva. Le assicurazioni fornite sulla falsità di quanto scritto nell’articolo non avrebbero però evitato, almeno nell’immediato, il danno per l’Acqua Eva che si vide annullati contratti con importanti centri di distribuzione come nel caso di Alleanza 3.0, una delle cooperative di maggior peso in Coop Italia, con una perdita del 50% del fatturato che facevano con Coop (circa 10 milioni di bottiglie) e che gli valse anche l’interruzione delle trattative con la Red Circle di Franco Rosso, proprietario del marchio Diesel, per l’internazionalizzazione dell’Acqua Eva. Un danno economico che secondo il direttore commerciale Luca Cheri, che ha deposto subito dopo, non sarebbe stato causato dal blog ma per altre normali questioni di avvicendamento dei prodotti sugli scaffali dei supermercati: “Quel blog doveva solo creare imbarazzo all’Acqua Eva”, ha dichiarato Cheri, che ha negato di essere stato lui ad aver inviato il link al manager di Coop Italia. Creare imbarazzo e “togliersi qualche sassolino dalle scarpe”, ha aggiunto il direttore commerciale, per episodi avvenuti in passato, come quando quelli della Eva avrebbero reso pubblico un problema qualitativo a una linea di produzione della Sant’Anna: “Dicevano agli acquirenti che la nostra acqua puzzava e di passare alla loro. Avevano anche smantellato la nostra area commerciale con tutti i venditori che erano passati da loro”. Nell’ottica del gossip e del creare imbarazzo, Cheri ha ammesso di aver suggerito lui di aggiungere nell’articolo che alcuni acquirenti avevano iniziato a sospendere gli ordini, ma di non aver fatto pressioni perché venisse scritto e di non averlo dettato a Moscato; circa le possibili conseguenze di quell’articolo, Cheri ha dichiarato di non credere che abbia avuto conseguenze commerciali. La deposizione è stata interrotta e verrà ripresa il 22 dicembre.

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