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Lunedì 4 novembre 2024

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Passione per la montagna: fatica, amicizia e serenità

“Dante Livio Bianco”: il diario delle “gite in sci” di giovani nei primi decenni del Novecento

La Guida - Passione per la montagna: fatica, amicizia e serenità

Vent’anni e la montagna è lì davanti. Non importa se i mezzi per raggiungerla sono scarsi. La “corriera”, soprattutto la bicicletta e le gambe: poi i sentieri si aprono ad un ventenne e ai suoi amici che si confrontano con la fatica del salire. A scanso di letture affrettate del diario di Dante Livio Bianco, già nelle prime pagine si precisa l’ottica con cui avvicinare le pagine. Da evitare l’idea di una montagna luogo di comodo svago. È piuttosto “fatica e asperità da affrontare come un compito, quasi un dovere rituale che si fa scuola di alpinismo e di vita nello stesso tempo”.

Il diario consegna un volto privato e meno frequentato del futuro partigiano Livio Bianco. I giorni della scelta di campo sono ancora lontani, ma lo scritto appare come testimonianza di serietà nell’impegno, disciplina nell’affrontarlo. Ovviamente non sono da cercare arditi parallelismi con l’esperienza della clandestinità, ancora sui monti, ma certo le “gite in sci” suggeriscono il carattere, sorreggono la preparazione fisica più avanti indispensabile per ben altri impegni.

Il diario copre un arco breve. Due stagioni appena, dal 1928 al 1930. Nel loro stile stringato, privo di compiacimenti stilistici o di divagazioni estetiche, appaiono come appunti personali finalizzati al ricordo, quasi il voler fissare esperienze mai vissute come avventure, sempre nell’ottica di piacevoli, pur faticose, “gite”. È arduo trovare in queste brevi annotazioni il momento culminante in cui sfocino tensione e fatica. Piuttosto ci si trova davanti a una costanza di impegno che si manifesta fin dalle prime luci dell’alba, quando è ora di partire col “tram” o in corriera, per poi sostenere i passi sui sentieri e riguadagnare, spesso ormai al buio, la strada di casa.

In questi appunti così stringati la serietà della montagna è silenziosa consapevolezza delle difficoltà da affrontare, ma non esclude, anzi, è sempre vissuta all’ombra del divertimento che offre tanto la salita quanto la discesa sugli sci. Altrettanto costante è la registrazione degli amici che condividono queste giornate. Livio Bianco ha vent’anni quando scrive. L’amicizia si consolida su questi sentieri che sono condivisione di fatiche e felicità sempre discreta che appena lascia immaginare i sorrisi.

Nello stesso modo le numerose fotografie testimoniano questa amicizia. Sono sempre foto di gruppo. Il paesaggio assiste e accoglie silenzioso e discreto queste esperienze. Assieme all’aspetto umano, quelle immagini diventano poi per gli appassionati testimonianza di un modo di vivere la montagna consegnato alla storia di una quotidianità ormai affidata solo ai ricordi.

Dante Livio Bianco. Diario delle gite in sci

a cura di Alessandra Demichelis, Marco Ruzzi (a cura di)

Editrice Primalpe

euro 17

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