Cuneo – Sono tre i relatori che venerdì 20 ottobre alle ore 21, nel salone della parrocchia di San Paolo, in via Fenoglio 47, presenteranno la loro esperienza nella quinta serata del corso di analisi e testimonianza dal titolo: “Una terra abitabile”.
Nell’incontro di cui sarà moderatore Ezio Bernardi, direttore de La Guida”, Andrea Giaccardi, coltivatore di Fossano, Andrea Oberto, viticoltore di Morra d’Alba e Mauro Olivero, allevatore di Genola, parleranno di: “Agricoltura e produzione biologica, viticoltura biologica e allevamento razza bovina piemontese”.
Andrea Giaccardi, fossanese, classe 1976, dopo aver effettuato studi professionali in agricoltura e presso la facoltà di Scienze Naturali a Torino, a vent’anni, ha deciso di diventare agricoltore e nel 1997 ha aperto “L’Orto del Pian Bosco”, iniziando a sperimentare in campo le tecniche di agricoltura biologica e gli studi di ecologia applicata. Collabora con vari enti, tra cui l’Ufficio Educazione Slow Food, è formatore del progetto Orto in Condotta e dei Master of Food “Orticoltura” e “Pizza colture”.
L’azienda è orientata nel campo dell’agroecologia e, negli anni, ha visto la realizzazione di infrastrutture ecologiche come siepi e aree umide, che contribuiscono al miglioramento della biodiversità e alla gestione agriecologica. L’azienda produce ortaggi, nocciole e frutta, e nel suo laboratorio, trasforma il raccolto dei campi in conserve, salse, creme, condimenti e frutta sciroppata.
Nell’agriturismo dell’azienda, dove la moglie Manuela e la sorella Irene si alternano nell’accoglienza, i prodotti dell’orto diventano poi gli ingredienti di base per i piatti che vengono portati in tavola.
Andrea Oberto è titolare dell’azienda vitivinicola “Erbaluna” di La Morra, e rappresenta la quarta generazione di una famiglia che, fin dagli inizi del secolo scorso, è impegnata nel settore vitivinicolo.
A partire dalla metà degli anni ’80, Andrea e il fratello Severino hanno deciso di percorrere la strada del metodo biologico e, a poco a poco, hanno acquistato nuovi vigneti che hanno convertito a questo tipo di coltivazione. L’iter per l’ottenimento della certificazione di “vino biologico” ha dovuto necessariamente seguire la legislazione in materia, che si è arricchita e integrata nel tempo; tuttavia già nel 1993 le etichette sulle loro bottiglie potevano riportare la dicitura “vino da uve biologiche”. Da quando, nel 2012, l’Unione Europea ha votato il regolamento sulla vinificazione bio, con l’indicazione delle tecniche di vinificazione biologica e i coadiuvanti enologici, l’azienda ha potuto scrivere in etichetta “vino biologico” e utilizzare il logo europeo che identifica il prodotto biologico in tutto il mondo. Oltre alla cantina, “Erbaluna” offre anche la possibilità di soggiorno nell’agriturismo dell’azienda.
Mauro Olivero, allevatore di Genola, classe 1977, proviene da una famiglia che da generazioni è impegnata in agricoltura, ma si è avvicinato alla zootecnia solo dopo aver effettuato altre esperienze lavorative in ambiti diversi. Dal suo arrivo in azienda, nel 2001, sono state fatte delle innovazioni: è cessata la mungitura delle mucche Piemontesi, in quanto non conveniente con i numeri dell’azienda e non sono più stati venduti i vitellini. Tutte le energie sono state investite nella Piemontese da carne, seguendo l’intera filiera.
A settembre del 2004, al Salone del Gusto, a seguito dell’incontro con Sergio Capaldo, veterinario, ha deciso di entrare a far parte del Consorzio “La Granda Quality Food”, nato come associazione di allevatori nel 1996, come progetto di rilancio della Razza bovina Piemontese e rivalorizzazione del consumo di carne di qualità, con una nuova idea di produzione, attenta alla materia prima, alla salubrità ma anche al gusto della carne.
L’azienda di Mauro Olivero conta oggi 230 capi di Piemontese e 55 giornate di terreno.