Racconigi – In un primo momento aveva raccontato che il papà le faceva ‘tettè’ sulle braccia, intendendo dire che la picchiava quando lei gli chiedeva di giocare insieme ma a lui non andava, poi che la lasciava sola a lavare i piatti; poi vennero però anche i racconti di abusi sessuali quando lei e il papà facevano la doccia insieme, e la scoperta di un arrossamento sospetto nella zona genitale della bambina che lamentava di essere stata lavata ‘troppo forte’ dal papà. C’è tutto questo nella denuncia che ha portato un uomo di Racconigi a processo con l’accusa di violenza sessuale sulla figlia di cinque anni e di maltrattamenti all’ex moglie prima che questa chiedesse la separazione nel 2017, quando la bambina aveva due anni.
La donna era tornata a vivere nella casa dei genitori e solo allora, dopo che era stata proprio la figlia a raccontare ai nonni che il papà faceva ‘tettè anche alla mamma’, che aveva rivelato ai familiari che quei lividi (da tutti notati sulle sue braccia e al collo) non erano frutto di incidenti domestici ma i segni delle botte prese dall’ex marito.
Intanto la bambina continuava a incontrare il padre nei fine settimana, manifestando però una crescente insofferenza e disagio quando tornava a casa: “Era irascibile e non voleva essere toccata”, ha raccontato in aula la sorella della parte offesa costituita in giudizio; “Tutte le volte che doveva andare dal padre era una tragedia – ha riferito il cognato -, non voleva andare a scuola per paura che andasse a prenderla lui. Ricordo che disegnava molto e un giorno mi chiese come si disegnava una spada per uccidere qualcuno, perché lei doveva difendersi dal papà”.
Nella primavera 2020 la scoperta dell’arrossamento nella zona genitale, subito riferita alla pediatra: “Era il suo compleanno e le avevamo regalato una motoretta elettrica – ha riferito la zia della bambina -. Saliva, scendeva e poi si mise a piangere perché le bruciava la patatina. Lo aveva già raccontato a mia sorella che aveva subito contattato la pediatra”.
Sul rapporto tra padre e figlia si è soffermato il cognato: “Da quando è nata lui è cambiato, soffriva la sua presenza come fosse in competizione. Anche quando giocavano insieme lui riusciva sempre a farla piangere. Rimasi sconcertato quando alla fine di una serata al ristorante dove avevamo assistito a un concerto, lui prese la bambina che aveva un anno circa sotto le ascelle e la baciò in bocca a lungo. La madre protestò e lui rispose che doveva abituarsi a baciare e aprire le gambe”.
Riguardo ai maltrattamenti all’ex moglie, i parenti hanno raccontato dei lividi sulle braccia e sul collo e dei continui riferimenti che l’imputato faceva al peso della donna: “Se fossi più magra mi faresti più sesso, le disse una volta che eravamo insieme al ristorante – ha raccontato il cognato -, e poi a me chiese come faceva a piacermi mia moglie che era in sovrappeso”. In seguito alla denuncia venne disposto l’allontanamento del padre per due anni, rapporti poi ripresi da un anno in luogo neutro alla presenza di un assistente sociale: “In quei due anni era più serena, aveva meno momenti bui”, ha raccontato la sorella del cognato della parte offesa.
Il processo proseguirà l’8 novembre.