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Lunedì 4 novembre 2024

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3 ottobre 2013, una data da non dimenticare (video)

A Cuneo un flash mob per ricordare i 10 anni dal naufragio sulle coste di Lampedusa che causò la morte di 368 persone

La Guida - 3 ottobre 2013, una data da non dimenticare (video)

Cuneo – Un quarto d’ora di silenzio oggi, all’angolo tra corso Dante e corso Nizza, per ricordare il naufragio al largo dalle coste di Lampedusa che il 3 ottobre 2013 causò la morte di 368 persone migranti. L’iniziativa, organizzata dal Comitato spontaneo “3 ottobre” composto da associazioni cuneesi e realtà che a vario titolo si occupano di accoglienza e integrazione,  si è tenuta in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza.
“Abbiamo pensato che a Cuneo non si potesse lasciare passare questo tragico anniversario senza organizzare un momento di riflessione – ha spiegato a nome del Comitato Gigi Garelli -. Con questa iniziativa mettiamo insieme tre cose: ricordo, riflessione e appello. L’idea infatti era quella di ricordare i morti di Lampedusa, ma soprattutto ricordare che da quella data ad oggi sono morte più di 24.000 persone in questo mare. E poi lanciare un appello perché l’Italia metta giudizio e faccia delle scelte di solidarietà anche in sintonia con il fatto che il nostro Paese ha aderito a dei trattati internazionali che dicono che i migranti vanno accolti e non possono essere respinti. Bisogna smetterla di fare propaganda sulla pelle dei migranti, bisogna mettere in campo delle risorse perché chi scappa dalla guerra, dalle persecuzioni, dalle catastrofi naturali possa arrivare in Europa, o dove deciderà di chiedere protezione, in sicurezza. Ricordiamoci sempre che sarebbe un’opera di restituzione di tutto ciò che l’occidente ha portato via da questi paesi nel corso dei secoli, non un’opera di solidarietà ma di giustizia”.
Presenti alla manifestazione liberi cittadini e referenti di tante associazioni e realtà del cuneese, Minerali Clandestini, Comitato per il rispetto della Costituzione, Anpi, Comitato Pace e Disarmo, Comunità Mambre, Lvia, Caritas Diocesana, Istituto Storico della Resistenza e alcuni consiglieri comunali.

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