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Venerdì 22 novembre 2024

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Insultò poliziotti durante un intervento in Cuneo, condannato

Un 50enne di passaggio mentre gli agenti sedavano una rissa tra ragazzini: ha anche rischiato di essere aggredito dai giovanissimi coinvolti

La Guida - Insultò poliziotti durante un intervento in Cuneo, condannato

Cuneo – Erano stati inviati dalla centrale operativa all’angolo tra piazza Europa e corso Nizza per sedare una lite tra ragazzi, ma a complicare l’intervento degli agenti di Polizia nella notte fra il 5 e il 6 luglio 2021 è stato un passante, U. A., 50enne cuneese, che è stato poi rinviato a giudizio con l’accusa di resistenza, oltraggio e rifiuto di fornire le proprie generalità a pubblico ufficiale. “Avevamo rintracciato i ragazzi che nel frattempo si erano spostati e si picchiavano a terra in via Carlo Emanuele III – ha riferito in aula uno degli agenti intervenuti -; mentre facevo manovra per fermarmi accanto a loro ho tamponato l’auto che sopraggiungeva dietro di noi. Mi sono accertato che il conducente non si fosse fatto niente e col collega abbiamo sedato la rissa fra i tre ragazzi di origine marocchina”.
Mentre i due agenti identificavano i tre giovani, un passante si era fermato e aveva iniziato a gridare insulti sia nei confronti degli agenti sia dei ragazzi: “Ci urlò di smetterla di fare quel teatrino e di portare via quei marocchini di m… – ha proseguito nel suo racconto l’ispettore di Polizia -, poi ci ha rivolto frasi ingiuriose dicendo che non sapevamo fare il nostro lavoro”.
Oltre a sedare la prima rissa, gli agenti si trovarono costretti a quel punto a placare nuovamente gli animi per evitare un’altra aggressione, questa volta da parte dei tre ragazzi contro il passante esagitato. “Gli chiedemmo i documenti per identificarlo – ha riferito l’altro agente intervenuto – e quello inizialmente si era rifiutato, poi ha estratto la carta d’identità dal portafogli buttandola a terra davanti a noi”.
Quando i poliziotti gli dissero che sarebbe stato denunciato, l’uomo riprese a insultarli: “Stavo scrivendo il verbale e lui estrasse il cellulare per riprendermi. Mi disse che non sapevo fare il mio lavoro, che ero un ragazzino e lui un ingegnere, che con le sue tasse mi pagava lo stipendio, che dovevo ringraziare che il giorno dopo doveva partire per la Sicilia altrimenti mi avrebbe fatto davvero male e mentre lo diceva aveva l’indice puntato contro il mio viso”.
Ad assistere alla scena, oltre al conducente dell’auto tamponata, anche due militari che stavano passando lungo la via: “Ci siamo offerti di aiutare – ha riferito uno dei militari – quando quello ha minacciato l’agente che stava verbalizzando”. Alla luce dei vari precedenti specifici per oltraggio, violenza e resistenza pubblico ufficiale, il pubblico ministero ha chiesto la condanna dell’imputato a un anno e sei mesi di reclusione; richiesta contestata dalla difesa che ha ritenuto insussistente il reato di rifiuto di fornire le proprie generalità, dal momento che dopo pochi minuti aveva fornito il proprio documento alle forze dell’ordine, e insussistente anche il reato di resistenza e oltraggio dal momento che quel comportamento era stato maleducato ma non violento.
Richiesta accolta per metà dal giudice che ha assolto l’uomo dall’accusa di rifiuto di fornire le generalità, ma lo ha condannato per la resistenza e l’oltraggio a un anno e sei mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali.

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