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Venerdì 22 novembre 2024

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Venti artisti che disegnano paesaggi alternativi e storie mutevoli

"che sarà sarà" è il titolo della mostra che si inaugura sabato 23 settembre alle ore 17 a Palazzo Re Rebaudengo di Guarene

La Guida - Venti artisti che disegnano paesaggi alternativi e storie mutevoli

Guarene “che sarà sarà” è il titolo della mostra che si inaugura oggi sabato 23 settembre alle ore 17 a Palazzo Re Rebaudengo. Una mostra con tanti artisti e con un omaggio a Gianfranco Baruchello, Marisa e Mario Merz e Michelangelo Pistoletto.

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta un percorso espositivo articolato attraverso le opere di venti artistə attivə in Italia, dalla scultura all’installazione, alla pittura e al video:  Stefano Arienti, Bartira, Betty Bee, Dafne Boggeri, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Giulia Cenci, Isabella Costabile, Roberto Cuoghi, Enrico David, Gino De Dominicis, Tomaso De Luca, Caterina De Nicola, Chiara Fumai, Marco Giordano, Kinkaleri, Eva Marisaldi, Giulia Piscitelli, RM, Marinella Senatore. La mostra, a cura di Stefano Collicelli Cagol con Michele Bertolino, si inserisce nella progettualità del Comitato Fondazioni Arte Contemporanea e apre in occasione della tappa torinese di Bel Paese. Promoting italian art around the world, progetto di valorizzazione e internazionalizzazione della scena artistica italiana frutto della collaborazione tra il Comitato e la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

che sarà sarà propone le posizioni di artisti che hanno smembrato l’idea di identità personale o collettiva disegnando invece corpi espansi e paesaggi alternativi, immaginando tempi diversi e metamorfici, scrivendo storie dagli esiti mutevoli. Il titolo,  una crasi tra le canzoni Che sarà dei Ricchi e Poveri e Que sera sera, allude a un futuro indefinito, forse già accaduto o ancora da venire, richiama la smobilitazione, il disimpegno dal sé e l’apertura ad avvenimenti possibili. Cos’è l’identità personale? Esiste un’identità collettiva a cui ci si conforma? Quali sono le strategie con cui possiamo rifuggire dinamiche che incasellano corpi e desideri? Possiamo essere opachi, fuggitivi, nascosti? Le opere in mostra suggeriscono possibili percorsi al di là del qui e ora occupato dal corpo singolo.

Betty Bee, Life, 2013

Betty Bee, Life, 2013

Betty Bee, Monica Bonvicini, Enrico David, Marco Giordano e Kinkaleri collocano l’identità nel corpo e la interpretano come spazio di trasformazione, ambito su cui si esercitano le spinte del contesto sociale, urbano o naturale, o materia oscura da plasmare, spolpare, i cui desideri e pulsioni agiscono come diversivi. Il corpo, animale umano e non, è esso stesso soggetto a tensioni latenti: è spazio in cui coesistono molteplicità di esseri, come mostra il lavoro di RM, o è oggetto organico, cangiante, nel lavoro di Roberto Cuoghi e Giulia Cenci. Bartira, Dafne Boggeri e Caterina De Nicola discutono dei meccanismi coercitivi del contesto politico e sociale in cui viviamo: recuperando le memorie di storie cancellate, indossano balaclava, con cui farsi oscurə. In altri casi, il balaclava è quella penna con cui i personaggi scrivono da sé le loro storie – come ricorda il video di Marinella Senatore. Nelle opere di Stefano Arienti, Tomaso De Luca ed Eva Marisaldi, lo sguardo può ingannare, mostrarci quello che non c’è – diventa una modalità tramite cui perdersi, lasciare che i propri confini si sfaldino. Artisti come Benni Bosetto, Isabella Costabile, Gino De Dominicis, Chiara Fumai e Giulia Piscitelli indagano la dimensione rituale, magica e trascendente dei corpi e degli oggetti, mostrano l’afflato cosmologico come strategie tramite cui collettivizzare desideri, pensieri e azioni, riscrivendo le dinamiche dei tempi.

Insieme alla mostra, Palazzo Re Rebaudengo espone un omaggio a Marisa e Mario Merz, Gianfranco Baruchello e Michelangelo Pistoletto, le cui opere provengono dalle fondazioni a loro dedicate che fanno parte del Comitato Fondazioni Arte Contemporanea. L’opera Urlo del collettivo Kinkaleri sarà visibile, per tutta la durata della mostra, in numerose affissioni pubbliche diffuse sul territorio comunale di Guarene. L’opera è stata realizzata grazie alla partecipazione della cittadinanza di Guarene, in collaborazione con la biblioteca civica e il dipartimento educativo della Fondazione.
La mostra rimane aperta a ingresso gratuito fino al 19 novembre  il sabato e la domenica, dalle 12 alle 19.

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