Boves – “Quel tempo di incertezze e paure che portò nel 1983 a far nascere la Scuola di Pace oggi sembra essere ritornato. La nostra generazione è mancata all’appuntamento con la storia… È forse il tempo di affidare il futuro nelle mani dei giovani di oggi. Affiancarli, aiutarli e farli crescere con la certezza che loro possono coniugare con la storia le due prospettive impellenti, non più rinviabili, per il loro futuro: la salvezza del pianeta e la costruzione di una fraternità universale che dia speranza alle tragedie umane di questo tempo”. Con queste parole Pier Giorgio Peano, ideatore della Scuola di Pace, ha chiuso il momento di celebrazione del quarantesimo anniversario di fondazione di questa realtà conosciuta in tutto il mondo. Un chiaro messaggio utile a ribadire l’importanza dei valori della pace e della solidarietà che Peano (con Luigi Pellegrino e Giovanni Giordano) ha rivolto ai numerosi giovani presenti in sala. Accompagnati dalla dirigente Olga Bertolino e da alcuni insegnanti, sono stati proprio i ragazzi delle scuole i veri protagonisti della serata. Durante l’incontro l’attuale coordinatrice (e promotrice dell’iniziativa) Alessandra Liberio ha voluto ringraziare coloro che diedero vita a questa istituzione e tutti coloro che hanno permesso che la stessa proseguisse la sua attività. Nel celebrare questo anniversario, significativo e apprezzato è stato il momento in cui, l’attuale gruppo di coordinamento, ha proposto uno scambio di doni che ha coinvolto i ragazzi delle scuole e i responsabili del presente e del passato della Scuola. I giovani hanno ricevuto una matita e dei semi per poter “coltivare” quotidianamente il loro impegno nella società e testimoniare attraverso “l’attenzione” e il “prendersi cura”, la loro forte volontà di pace e fraternità. I fondatori e i coordinatori della Scuola di Pace sono stati invece omaggiati con una pianta, a testimonianza del fatto che, se il seme raggiunge la terra adatta, la piantina si sviluppa e cresce rigogliosa. Citando una canzone dei Nomadi, si potrebbe dire che “ieri impegna l’oggi nel domani”. Ai giovani viene chiesto di fare in modo che le loro radici possano essere via via più solide e curate di quelle che hanno ricevuto dalle generazioni che li hanno preceduti.