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Martedì 5 novembre 2024

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“Che fine ha fatto il rimborso per il Move-In?”

Duemila i piemontesi che hanno comprato il dispositivo in vista dell'entrata in vigore del blocco dei diesel euro 5, la minoranza in Regione attacca la Giunta Cirio

La Guida - “Che fine ha fatto il rimborso per il Move-In?”

Torino – Non si placano le polemiche sul blocco dei veicoli euro 5, neanche dopo il decreto del Governo che ha prorogato l’entrata in vigore del provvedimento.
“È passata una settimana dall’approvazione della delibera regionale con la quale si è fatta marcia indietro sul divieto di circolazione degli Euro5 – scrive in un comunicato Daniele Valle (Pd), vicepresidente del Consiglio Regionale -. Una decisione mal comunicata e non preparata dalla Giunta Cirio, che avrebbe coinvolto circa 150mila veicoli, penalizzando famiglie, artigiani e piccoli imprenditori che non possono permettersi di cambiare auto e furgoni. Tuttavia, ancora non ci sono notizie per tutti quei cittadini che, preparandosi alla scadenza prima imposta e poi revocata da Cirio, hanno aderito al progetto Move-In (la cosiddetta ‘scatola nera’) spendendo 50 euro inutilmente. Il dispositivo, che consente di misurare un tetto massimo di km, ha un costo di 30 euro per l’installazione e di 20 euro per il canone annuale. Pare siano 2.000 i piemontesi che lo avevano acquistato per poter circolare una volta che il blocco fosse diventato operativo. Peccato che per i possessori di Euro5 questo dispositivo oggi non serve più a nulla col decadere del divieto di circolazione. L’assessore Marnati aveva garantito che “chi ha acquistato il dispositivo Move-In verrà rimborsato e non è neanche tenuto a restituirlo”. Per ora questa promessa, come quella del Bonus abbonamenti, non si è fatta realtà. E gli automobilisti piemontesi che avevano installato il Move-In oltre che cornuti sono anche mazziati”.

 

 

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