Cuneo – Buona qualità del vino e livelli produttivi sostanzialmente in linea con quelli del 2022, solo con un lieve calo imputabile alla siccità e al caldo torrido di alcuni periodi. A vendemmia ormai avviata, Coldiretti Piemonte stila un primo bilancio dell’annata enologica 2023.
La raccolta dei grappoli è iniziata nell’ultima decade di agosto per le basi spumante; si è poi proseguito con il Moscato e le varietà più precoci, per giungere a metà settembre a raccogliere la Barbera, mentre tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre è attesa la vendemmia del Nebbiolo. “Il clima – commentano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – è sempre più l’elemento che va considerato per la produzione vitivinicola. L’inverno si è contraddistinto per l’assenza prevalente di precipitazioni: solo nei mesi di maggio e giugno è piovuto, seppur in modo non omogeneo sull’intero territorio regionale. Si è creata una situazione particolarmente articolata, a seconda delle zone, che va da fenomeni di leggero stress idrico, con piante che stentano, a zone con elevata presenza di germogli per l’abbondanza di riserve idriche. Anche quest’anno, dunque, saranno le capacità del viticoltore a fare la differenza, applicando pratiche colturali che consentano di raccogliere le uve una volta raggiunta la vera maturità fenologica ed aromatica”.
Un comparto, quello vitivinicolo, che in Piemonte conta 14.000 imprese, per 43.000 ettari di superficie produttiva e che attiva con la vendemmia 42.000 addetti, offerendo opportunità di lavoro in vigna, in cantina e nella distribuzione commerciale.
Quest’anno, in Italia, la produzione di vino è stimata intorno a 43,9 milioni di ettolitri, in calo del 12% rispetto al 2022, un dato che potrebbe far perdere all’Italia il primato di maggior produttore di vino a livello mondiale, a favore della vicina Francia.