Cuneo – Dopo aver palpeggiato, molestato e minacciato una giovane donna di origine somala in corso Giolitti, aveva ingaggiato un lungo corpo a corpo con gli agenti della Questura che cercavano di identificarlo, provando anche a darsi alla fuga verso la stazione e finendo la propria corsa inciampando a terra in via Meucci. Con l’accusa di violenza sessuale, minaccia, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità, è stato rinviato a giudizio Y. A., cittadino di origini straniere che verso le 20 del 21 luglio 2021 aveva pesantemente molestato una giovane donna che non riusciva a liberarsi del suo aggressore ed era stata costretta a chiamare le forze dell’ordine nonostante molte persone intorno a lei avessero assistito alla scena.
“Quando siamo arrivati in corso Giolitti all’altezza del liceo – ha riferito in aula uno degli agenti delle Volanti – la donna era a bordo strada e si sbracciava per richiamare la nostra attenzione; era sotto shock, visibilmente scossa e indicava l’uomo a pochi metri di distanza da lei. Appena ci siamo fermati per soccorrerla si è subito nascosta dietro di noi e poi è salita sulla nostra auto per cercare rifugio”.
Alla vista degli agenti l’uomo non sarebbe arretrato di un metro e avrebbe anzi continuato a minacciare e insultare la donna urlandole contro insulti a sfondo sessuale e che l’avrebbe ammazzata quella sera stessa. Insulti e minacce che sono stati subito indirizzati anche agli agenti quando gli vennero chiesti i documenti: “Ci ha urlato contro che non ci dava niente e che era un problema nostro – ha proseguito l’agente -, poi ha iniziato a scalciare e sbracciarsi cercando lo scontro fisico, scagliandosi contro di me e altri due agenti”.
Dopo un primo tentativo di bloccaggio a terra, l’uomo però era riuscito a divincolarsi e a scappare verso la stazione ferroviaria correndo senza le scarpe che aveva perso nella prima colluttazione con la Polizia. “All’altezza di via Meucci – ha continuato con la sua testimonianza l’agente – per vedere se gli stavamo dietro è inciampato e a quel punto è caduto a terra; in quattro siamo riusciti a fermarlo”.
Nonostante avesse immediatamente sporto denuncia contro i suo aggressore, la donna non si è presentata in tribunale per deporre al processo, che è stato rinviato all’11 ottobre.