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Domenica 22 dicembre 2024

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Un controverso intervento della Gendarmerie francese sul treno Ventimiglia-Cuneo

A Breil l'intervento che ha lasciato sgomenti i passeggeri del convoglio

La Guida - Un controverso intervento della Gendarmerie francese sul treno Ventimiglia-Cuneo

 

Ieri martedì 22 agosto, sul treno 22964 di Trenitalia, partito da Ventimiglia alle 18,49 alla volta di Cuneo, i passeggeri del penultimo vagone hanno assistito ad una scena piuttosto impressionante. Arrivati alla prima stazione in territorio francese, Breil, sono saliti sul convoglio alcuni membri della Gendarmerie Nationale per il controllo dei documenti. Ad un certo punto, però, un gruppo formato da una donna incinta, un uomo giovane e un bimbo di pochi anni, tutti provenienti dalla Costa d’Avorio, sono stati invitati a scendere dal treno perché – a quanto pare – sprovvisti dei documenti appropriati per attraversare il territorio della Repubblica Francese. La donna, che aveva mostrato documenti della Croce Rossa che a quanto pare permettevano loro il movimento legale in Italia, insisteva a dire (in un ottimo francese, molto chiaro) che erano su un treno italiano, volevano andare a Limone e non avevano nessuna intenzione di scendere in Francia. Ai gendarmi, a quel punto, si sono aggiunti altri colleghi con una diversa scritta sul dorso della divisa protettiva (“Gendarmerie India 14/6”) e i toni sono diventati sempre più aggressivi nei riguardi della donna, dell’uomo e – fatto ancor più inaudito – del bambino ovviamente sempre più terrorizzato.

I passeggeri hanno iniziato immediatamente a indignarsi, a fare riprese video come quelle che potete vedere qui, a urlare che il comportamento dei gendarmi era disumano e a ricordar loro che quello era non solo territorio dell’Unione Europea ma anche di una Repubblica che fa di “Liberté, Egalité, Fraternité” il suo motto storico.
La scena si è protratta per mezz’ora con i poliziotti francesi che cercavano di puntare sulla presunta fretta dei passeggeri di riprendere il viaggio interrotto per spingere il trio a scendere. Ad un certo punto hanno cercato di far spostare i passeggeri attorno al gruppetto di africani per potere effettuare più liberamente lo “sgombero” forzato.
Forse imbarazzati dalla quantità di riprese video che erano in corso (alcune già postate in diretta sui social media, dove iniziavano ad essere immediatamente condivise anche da giornalisti, esponenti di ong dedite alla protezione dei diritti umani e vari politici italiani), i poliziotti francesi hanno abbassato finalmente i toni e uno di loro ha cercato di spiegare ai passeggeri furenti (che continuavano ad urlare “Honte!”, “Arrêtez!”) che stavano facendo il loro lavoro e che erano obbligati a “fare rispettare la legge” sui documenti di identità.
In ogni caso, nel trambusto generale, i tre ivoriani devono avere deciso di scendere comunque, forse di loro spontanea volontà, e quando il treno è ripartito erano circondati da un numero di gendarmi che nel frattempo si era ulteriormente ingrandito (da 4 erano diventati 7).
Sul loro destino i passeggeri non hanno saputo più nulla, anche se uno di loro ad un certo punto ha affermato pubblicamente di essere venuto a sapere – da conoscenti che avevano visto i video condivisi – che a Breil esisterebbe una sorta di “container” per “accogliere” durante la notte persone bloccate nella stazione ferroviaria. Ma su questi fatti, ovviamente, chi scrive (e che ha girato i video qua allegati) non ha prove né dati.

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