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Domenica 22 dicembre 2024

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Mancano i docenti alle materne paritarie

L'allarme lanciato dalla Fism nazionale: alcune migliaia i posti vuoti nelle 9.000 realtà educative affiliate

La Guida - Mancano i docenti alle materne paritarie

Asilo nido

Cuneo – Con il nuovo anno scolastico ormai alle porte la Fism, la Federazione italiana delle scuole dell’infanzia paritarie no profit, lancia l’allarme sulla carenza di docenti. A fronte di dati ancora in corso di elaborazione, sul suolo nazionale sarebbero alcune migliaia gli insegnanti e gli educatori che mancherebbero all’appello per completare le piante organiche delle 9.000 realtà educative afferenti la Federazione, di cui 6.700 scuole materne per la fascia 3/6 anni e 2.300 servizi per la prima infanzia (0/3 anni), strutture che in totale accolgono, in Italia, circa 500.000 bambini e danno lavoro a 40.000 persone.
Le cause di questa carenza vanno ricercate, secondo la Fism nazionale, da un lato nel passaggio sempre più frequente dei docenti alle scuole statali, in grado di garantire condizioni contrattuali spesso migliori, dall’altro nell’insufficiente numero di laureati sfornato dalle Università, che mantengono sulle Facoltà interessate il numero chiuso.
“Siamo da tempo al lavoro – dichiara il presidente nazionale Fism, Giampiero Redaelli – per risolvere questi problemi. Il primo è un obiettivo che potremmo raggiungere con maggiori contributi che però stentano ancora ad arrivare, mentre fatichiamo già a sostenere i costi di gestione per gli aumenti che toccano tutti e tutto, e per il calo demografico che comporta sempre più meno iscrizioni di bambine e bambini, o addirittura la chiusura delle scuole, in tanti posti unici presidi educativi e sociali… Il secondo obiettivo, invece, prendendo atto di quanto sta facendo il Ministero per sbloccare le procedure per il reclutamento ferme da anni e con nuovi bandi per saturare le attuali piante organiche, vogliamo raggiungerlo attraverso concrete proposte di convenzionamento. Convenzioni con il sistema universitario statale o pubblico ma offerto da soggetti privati, e convenzioni con il sistema universitario pontificio dalla consolidata tradizione di studi pedagogici e con quello unionale, purtroppo sottoposti a lacci e laccioli sull’equipollenza dei titoli di studio”.

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