Entracque – Il rifugio Pagarì, a quota 2.650 metri vanta numerosi primati. Oltre ad essere il più alto della valle Gesso, si pregia di avere il micro birrificio artigianale più alto d’Europa. Chi ha fatto una gita in valle Gesso ha sicuramente sentito parlare del rifugio Federici Marchesini al Pagarì, conosciuto ai più come Pagarì. Ci troviamo sotto la Maledia, una delle montagne iconiche della valle, insieme al massiccio del Gèlas e del Clapier. Una zona di primati, poiché in questo vallone si trova il ghiacciaio più a sud delle Alpi, il Monte Gèlas.
Il rifugio offre ospitalità agli escursionisti sia in estate che durante il periodo invernale, in un ricovero incustodito. È presente anche un telefono satellitare, fondamentale per chiedere aiuto, dal momento che la zona non è coperta da rete telefonica. Facilmente raggiungibile dalla Francia, partendo dal rifugio Nizza, il Pagarì è una meta che non presenta particolari difficoltà escursionistiche. Tuttavia, non è una camminata per tutti: i suoi 1.450 m di dislivello e 24 km (a/r) la rendono una gita per persone mediamente allenate. La fatica viene ripagata dalla spettacolare vista, ma anche dalla birra pagarina, la rossa ambrata che corrobora, con notevole soddisfazione di chi decide di integrare in questo modo i sali minerali perduti durante la salita. La birra è, per ovvi motivi, stagionale, leggermente ambrata e con una gradazione alcolica di 4,5°. Aladar, lo storico gestore del rifugio, inizia la produzione non appena le condizioni meteo gli consentono di salire in quota. Il mese di maggio in genere è dedicato ai lavori di ripristino del rifugio e del sentiero e prepara la birra per la stagione estiva. Si può assaggiare solo al rifugio, poiché non si può portare o tanto meno trovare a valle. La bevanda può essere abbinata a un’ottima proposta gastronomica, rigorosamente vegetariana, con un’attenzione particolare a prodotti bio e locali. Chi non è amante della birra non disperi: la crostata ai mirtilli di Aladar varrà il viaggio.