Caraglio – Sta per concludersi al tribunale di Cuneo il processo per lesioni a carico di R. C., titolare della Europoll e datore di lavoro di S. A., il giovane della Costa d’Avorio che a fine 2016 si procurò una ferita alla mano destra mentre sezionava polli, perché sprovvisto, questa l’accusa, del guanto in maglia di ferro che la ditta avrebbe dovuto fornirgli. Il giovane denunciò anche di essere stato indotto dal suo datore di lavoro a non recarsi al pronto soccorso ma di curarsi a casa e di rivolgersi eventualmente al medico di famiglia dichiarando un incidente domestico. Dopo la denuncia, avvenuta quattro anni dopo i fatti, in seguito a tre interventi chirurgici che però non restituirono la piena funzionalità della mano, il lavoratore venne risarcito con 15.000 euro e non si è costituito parte civile al processo. Secondo alcuni testi quell’incidente si sarebbe verificato per una scommessa che la parte offesa avrebbe fatto con un collega per vedere chi era più veloce a tagliare polli: S. A. stava perdendo la scommessa e si sarebbe tolto il guanto in maglia di ferro per tagliare più velocemente. Accompagnato al bagno per medicare la ferita, al giovane sarebbe stato detto in quell’occasione di non recarsi al pronto soccorso e di nascondere la vera natura della ferita. In aula nel corso dell’ultima udienza di luglio è stato ascoltato il responsabile del settore confezionamento dove lavorava il giovane infortunato. L’uomo ha dichiarato che a tutti i lavoratori venivano consegnati tute, giubbotto termico, scarpe antinfortunistiche e guanti in latex; si iniziava il tirocinio con un affiancamento della durata di due settimane o più e che nessuno iniziava dal settore taglio. Il teste ha anche riferito che ai dipendenti del settore confezionamento venivano consegnati tre tipi di guanti, in cotone, in latex e di acciaio e che alcuni lavoratori, per comodità, sopra quello di acciaio mettevano un altro guanto di plastica. Riguardo all’incidente, il teste ha riferito di aver saputo che si trattava di una gara di velocità. Per ultimo è stato ascoltato il titolare della ditta e imputato al processo, R. C., il quale ha riferito che il giorno dell’incidente lui non era sul posto e che i suoi collaboratori gli dissero che S. A. non sarebbe venuto nei giorni successivi; lui non aveva alcun interesse economico a nascondere l’infortunio del suo dipendente e per quanto riguarda l’organizzazione aziendale sarebbe stato anche meglio aprire una pratica di infortunio, ma era stato S. A. a rifiutare la procedura di infortunio. Al termine dell’udienza il giudice ha disposto una nuova audizione della parte offesa, il 13 novembre, in merito ai file audio e video registrati acquisiti al fascicolo del processo. La discussione è stata invece fissata al 4 dicembre.