Beinette – Cresce a vista d’occhio il degrado della linea ferroviaria Cuneo-Mondovì. I rovi hanno ormai invaso tutto il percorso di questa tratta lunga 33 chilometri, realizzata nel 1887. Dismessa dal 2012, è lasciata al completo degrado da undici anni.
“Ogni anno è sempre peggio – afferma il sindaco Lorenzo Busciglio -. Il sogno della ferrovia, evocato nel consiglio comunale di Cuneo nell’estate 2020 quando all’ordine del giorno vi era la proposta beinettese di trasformare in modo reversibile la tratta ferroviaria Cuneo-Mondovì in pista ciclabile, si sta trasformando in un incubo. L’inutilizzo dell’infrastruttura e l’assenza di un presidio costante sulla linea stanno trasformando irrimediabilmente l’area in una landa desolata, piena di rovi e di rifiuti. Ma la cosa peggiore è che gli edifici un tempo a servizio della linea si stanno deteriorando a vista d’occhio”.
“È molto deprimente – aggiunge – vedere edifici storici con un certo pregio architettonico lasciati andare così. Il Comune sta valutando l’utilizzo in comodato d’uso del magazzino, ma, rispetto a qualche anno fa, i lavori da fare per renderlo agibile sono diventati più gravosi. Da più di un anno la tratta Cuneo-Mondovì è stata inserita nell’elenco delle linee storiche, ma la situazione è rimasta la stessa, anzi, come pensavamo, è peggiorata perché si è anestetizzato il problema mettendo una pietra tombale sul dibattito in merito a possibili utilizzi alternativi della linea”.
E prosegue: “Nel corso di questi anni ho capito che la ferrovia è rimasta un tema ‘ideologico’: molto spesso chi ne parla lo fa per dare voce a propri principi e valori, sacrosanti, per carità, ma bisognosi comunque di una contestualizzazione nella realtà locale. Nessuno è contrario al treno in termini generali, ma, se si conoscono i costi del servizio su ferro rispetto a quelli su gomma, l’utenza potenziale della linea in assenza di stravolgimenti del trasporto pubblico locale, le caratteristiche stesse della linea che non entra mai, se non a Beinette, nel centro urbano dei Comuni coinvolti, il fatto che la stessa non sia stata inserita nell’ultimo contratto di servizio della Regione e neanche in una linea di investimento del Pnrr, non si può che concludere che questa linea ferroviaria molto facilmente, anzi quasi sicuramente, non aprirà più nei prossimi decenni”.
Intanto la vegetazione continua a crescere e gli edifici sono diventati ‘proprietà dei vandali e dei colombi.